Annuario TV

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Presentazione Annuario 2025: Le sfide dello streamcasting

È stato presentato ieri mattina in Università Cattolica, a Milano, l’Annuario 2025 della Televisione Italiana, a cura di Massimo Scaglioni, professore ordinario di Economia e marketing dei media e direttore di Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi).  Hanno presentato l’Annuario, assieme al prof. Scaglioni, Fabrizio Angelini, Amministratore Delegato Sensemakers; Alberto Dal Sasso, CEO Minerva Insights Italy; Paolo Lugiato, Direttore Generale Auditel; Antonio Marano, Presidente Confindustria Radio Televisioni; Guido Mazzoccola, Television Audience Measurement Director Nielsen; Raffaele Pastore, Direttore Generale UPA; Emilio Pucci, Direttore eMedia; Chiara Sbarigia, Presidente APA; Nora Schmitz, Head of Audience Measurement and Media Development Ipsos.  Ne hanno poi discusso in una tavola rotonda: Eleonora Andreatta, Vice President of Italian Content Netflix; Stefano Coletta, Direttore Coordinamento Generi Rai; Federico Di Chio, Direttore Marketing Strategico Gruppo Mediaset; Andrea David Rizzi, Head of Media & Support Partnership Italy & Portugal YouTube.  Benvenuti nell’era dello “streamcasting”!  Streamcasting, che dà il nome alla nuova edizione dell’Annuario della TV 2025, è il neologismo che indica l’attuale stato di ibridazione fra il broadcasting televisivo tradizionale e lo streaming on-line. Nell’era dello streamcasting il terreno di gioco dei diversi player del mercato si fa sempre più convergente e condiviso da quattro soggetti principali: i tradizionali editori di broadcasting (Rai, Mediaset, WBD, Sky, Cairo Communication), le platforms globali come Google/YouTube, i servizi di streaming come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, Paramount+ (che si spostano progressivamente verso modelli economici sempre più ibridi, che includono la raccolta pubblicitaria) e i social media (Meta, TikTok).  Sul versante degli editori televisivi, i contenuti televisivi (quelli prodotti da broadcaster o, meglio, oggi potremmo dire “streamcaster”) trovano nuove modalità per incontrare i propri pubblici (per esempio attraverso i servizi VOD proprietari, come RaiPlay, Mediaset Infinity, Discovery+ e fra poco, nel 2026, HBO Max di WBD) e inedite possibilità di essere misurati e valorizzati (grazie alla Total audience sviluppata da Auditel, che rende commisurabili gli ascolti digitali su device diversi dal televisore), soprattutto sulla Tv connessa.   La stagione televisiva 2024-25 è stata caratterizzata da una grande novità sul fronte della rilevazione degli ascolti: dal 29 dicembre 2024 la Total Audience è stata infatti ufficialmente promossa a currency di misurazione confermando così la sua importanza strategica per il mercato.  Nell’epoca dello streamcasting dunque gli editori televisivi sono chiamati a fare anche gli streamer, a sperimentare cioè modalità innovative di distribuzione, mentre le piattaforme on demand, a sottoscrizione e/o supportate dalla pubblicità, come Netflix, finiscono per adottare alcune ricette tipiche del broadcasting (puntando, per esempio, al co-viewing familiare, specie su SmartTV)  In questo contesto, un fattore tecnologico dirompente è rappresentato dall’ingresso della Smart TV, o TV connessa, nelle case degli italiani. Le Smart TV hanno superato i 22 milioni in Italia, e iniziano ad avere un impatto sempre più significativo sulle abitudini delle famiglie del Paese. L’ingresso di una televisione connessa in una casa, infatti, non rappresenta solo un cambiamento tecnologico: trasforma profondamente i consumi, facendo quasi raddoppiare il contenuto fruito fuori dal tradizionale palinsesto lineare, per lo più in modalità on demand.   La televisione lineare conserva comunque, anche in questa nuova stagione dello streamcasting, una sua centralità proprio in virtù della sua capacità di creare sincronia, spazi condivisi, ritualità (Festival di Sanremo, anche quest’anno come sempre l’evento più visto, il calcio, ora il tennis, gli appuntamenti con l’access prime time rinnovato delle reti ammiraglie, come “Affari Tuoi” e “La ruota della fortuna”): la TV continua a rispecchiare i tempi della vita sociale. Le tendenze del 2025  Il consumo di TV “tiene” e la televisione è resiliente anche quest’anno: lo è grazie allo sforzo innovativo dei broadcaster che, seppur timidamente, iniziano a sposare le logiche dell’era nuova, dell’era dello streamcasting. Il consumo di TV “tiene” sostanzialmente (ovvero continua a mostrare segni di resilienza) nel confronto con la scorsa stagione, grazie al contributo dei device diversi dal televisore tradizionale: da settembre 2024 a maggio 2025 (la stagione analizzata) il consumo medio in total audience è di 8.730.000 spettatori medi nel giorno medio, con una differenza di solo 100mila spettatori rispetto all’anno precedente (-1,2%). Una differenza più ampia (-1,6%) se si considera solo la TV tradizionale. È proprio lo sforzo innovativo che ha portato i broadcaster alla valorizzazione della cosiddetta total audience (ovvero a intendere sé stessi sempre più come streamcaster) a frenare un fisiologico, per quanto ancora piuttosto limitato per l’Italia, arretramento del consumo lineare di televisione. Nel prime time gli spettatori in total audience sono 19,6 milioni: anche in questo caso la decrescita rispetto alla scorsa stagione è piuttosto limitata (-1,4%).  Le tendenze evidenziate nella stagione 2024-25 (settembre-maggio) trovano una sostanziale conferma anche se si considera l’anno solare 2025 (*1/1/2025-15/11/2025, elaborazione TechEdge su dati Auditel): nel corso dell’anno il tempo medio di visione della TV è stato di 3 ore e 17 minuti, in sostanziale linea col passato (pur in un periodo caratterizzato dall’assenza di grandi eventi sportivi durante l’estate, come Europei di calcio e Olimpiadi nel 2024). Sempre nel corso dell’anno 2025, il consumo di contenuto in streaming dei servizi non misurati in maniera granulare da Auditel (il cosiddetto consumo “non riconosciuto”, che comprende anche le piattaforme SVOD globali) cresce solo lievemente rispetto al 2024, con un incremento dell’1,7%, attestandosi al 18,8% del consumo complessivo (1,8 milioni nel giorno medio, AMR, circa 45 minuti nel corso della giornata, ATV). Da segnalare, però, che la diffusione delle SmartTV fa crescere l’abitudine di visione di contenuto in streaming/on demand “non riconosciuto” (ovvero fuori dal perimetro del palinsesto degli editori tradizionali) sulle fasce di popolazione più adulto-anziana, con un balzo del 10,5% di incremento sugli ultra 65enni, a conferma che questa fascia di popolazione (in particolare 65-74 anni) è ormai digitalmente attrezzata e attiva.   La sfida più rilevante di questa nuova fase è senz’altro quella dei contenuti. Il mondo dei contenuti video assomiglia a una piramide, con al vertice contenuti ad altissimo valore (spesso produzioni o co-produzioni di fiction) che danno vita a un consumo a utilità ripetuta spesso protratto nel tempo. Nella stagione possiamo contare diversi titoli di fiction che rientrano in questa categoria: M– Il figlio del secolo, L’amica geniale, Il Gattopardo, per altro riconducibili a modelli di commissioning diversi (pay TV, servizio pubblico, SVOD). Più sotto troviamo l’area, un po’ più ampia in termini di ore prodotte (circa 520 nella stagione) di prodotti scripted, dal valore medio-alto (fiction per la televisione) e la capacità di generare piccoli o grandi eventi nel palinsesto lineare. Quel che stiamo osservando in questi anni è una progressiva diminuzione del numero di titoli in queste due prime aree di contenuto scripted e una progressiva crescita degli investimenti in un numero più limitato di titoli, come se via via la punta della piramide diventasse più “appuntita”. Ancora più sotto vediamo l’ampia area della cosiddetta  unscripted tv, che comprende tutti i generi dell’intrattenimento che costituiscono l’ossatura del broadcasting lineare, e che sono analizzati nelle loro dinamiche e mutazioni nelle pagine dell’Annuario. Si tratta di quasi 18 mila ore di prodotto originale al netto delle repliche nella stagione analizzata. A queste andrebbero poi aggiunte le ore delle news lineari (quasi 10 mila) …

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Le sfide dello streamcasting. Annuario della televisione 2025 

Martedì 2 dicembre alle ore 10.30, presso l’Aula G.127 Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, si terrà il workshop “Le sfide dello streamcasting”, dedicato alla presentazione dell’Annuario della televisione 2025, a cura di Massimo Scaglioni, professore ordinario di Economia e marketing dei media e direttore di Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi). La mattinata si aprirà con la sessione “Le sfide dello streamcasting: approcci, dati, tendenze”, che proporrà un’analisi aggiornata delle tendenze del sistema audiovisivo italiano attraverso le evidenze dell’Annuario 2025, realizzato da Ce.R.T.A. in collaborazione con Auditel, Adjinn, APA, Comscore, Confindustria Radio Televisioni, eMedia, Ipsos, Nielsen, Sensemakers, UPA, e con il patrocinio di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). Interverranno, in dialogo con il prof. Scaglioni: Fabrizio Angelini, Amministratore Delegato Sensemakers; Alberto Dal Sasso, CEO Minerva Insights Italy; Paolo Lugiato, Direttore Generale Auditel; Antonio Marano, Presidente Confindustria Radio Televisioni; Guido Mazzoccola, Television Audience Measurement Director Nielsen; Raffaele Pastore, Direttore Generale UPA; Emilio Pucci, Direttore eMedia; Chiara Sbarigia, Presidente APA; Nora Schmitz, Head of Audience Measurement and Media Development Ipsos. La seconda parte, “Le sfide dei contenuti, fra quantità e qualità”, metterà al centro il punto di vista e le prospettive del mercato. Alcuni dei principali player discuteranno delle evoluzioni e delle sfide nell’offerta e nella produzione di contenuti. Tra i relatori: Eleonora Andreatta, Vice President of Italian Content Netflix; Stefano Coletta, Direttore Coordinamento Generi Rai; Federico Di Chio, Direttore Marketing Strategico Gruppo Mediaset; Andrea David Rizzi, Head of Media & Sport Partnerships Italy & Portugal YouTube. Per registrazioni e informazioni: segreteria.certa@unicatt.it 

Un successo che non si esaurisce: “C’è ancora domani” arriva su Rai 1

Con il passaggio in prima TV su Rai 1 – in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – si conclude il lungo e fortunato ciclo distributivo di C’è ancora domani. Dall’uscita in sala nell’ottobre del 2023, il film co-sceneggiato, diretto e interpretato da Paola Cortellesi ha scritto una pagina importante nella storia dell’industria cinematografica italiana: C’è ancora domani si è imposto non solo come uno dei maggiori successi di box office della storia del paese – occupa il quinto posto tra le produzioni italiane e il decimo includendo i titoli internazionali – ma anche come un fenomeno capace di affermarsi nei mercati esteri e di mantenere la propria rilevanza nelle finestre di sfruttamento post-sala. L’approdo in prima serata sull’ammiraglia Rai, a poco più di due anni dal debutto theatrical, ci offre lo spunto per ricostruire brevemente il percorso del film e di enfatizzarne, una volta di più, l’unicità. L’eccezionalità di C’è ancora domani si è manifestata in modo piuttosto evidente fino dalle prime settimane di sfruttamento in sala: secondo i dati Cinetel, dopo un fine settimana d’esordio da 1.6 milioni di incasso in 493 sale, il film è cresciuto del 111% nel secondo weekend di programmazione e poi ancora del 29% tra il secondo e il terzo fine settimana. Nella quarta settimana di programmazione C’è ancora domani è giunto a un massimo di 732 sale ed è stato successivamente in grado di sostenere una tenitura del tutto anomala e pari a 387 giorni. Complessivamente, il film ha raccolto 36.9 milioni di euro d’incasso nelle sale italiane, per un totale di 5.5 milioni di presenze: un apporto decisivo per la ripresa del box office nazionale nel post-pandemia e addirittura superiore a quello garantito, pochi mesi prima, da due fenomeni globali come Barbie e Oppenheimer. In merito vale la pena sottolineare, peraltro, che il successo dell’esordio registico di Paola Cortellesi non si è limitato al contesto nazionale: con 50.2 milioni di euro (il dato è stimato da Box Office Mojo) in 126 territori, il film ha trovato in Francia la performance estera più rilevante – con circa 4 milioni d’incasso in sala – e nel marzo del 2025 è stato distribuito in un mercato tendenzialmente poco accessibile per i prodotti europei come quello cinese. Come rilevato da Marco Cucco e Raoul Spiccia in una dettagliata analisi a cui rimandiamo («Decodifica di un grande successo: i due volti di C’è ancora domani», Cinergie, n.27/2025, pp. 155-171), C’è ancora domani si è imposto come un fenomeno culturale trasversale, capace di intercettare pubblici eterogenei – per età, genere e localizzazione geografica – e di imporsi nel discorso pubblico in modo profondo. Sono significative, in proposito, le numerose proiezioni-evento del film dedicate alle scuole, come anche la proiezione, presentata dalla stessa Paola Cortellesi, alla Camera dei deputati in occasione della Giornata internazionale della donna del 2024. Come anticipato, gli ottimi risultati del film sono proseguiti anche nella finestra pay e svod, per quanto, in tal senso, i dati di consumo pubblici siano meno dettagliati. Disponibile contemporaneamente nell’offerta Sky e su Netflix dal 31 marzo 2024, C’è ancora domani ha totalizzato un ascolto medio di circa 700.000 spettatori al debutto sulla pay TV satellitare, mentre è rimasto nella Top 10 italiana dei film più visti su Netflix per 6 settimane, guadagnando il vertice della classifica nella prima settimana di aprile. E veniamo, infine, al passaggio in chiaro su Rai 1. Nonostante la già ampissima circolazione del film nei due anni dall’uscita in sala, secondo le rilevazioni Auditel C’è ancora domani è riuscito a totalizzare 3.9 milioni di spettatori medi e il 22% di share, in una serata piuttosto affollata in termini di palinsesto (oltre al talk Belve su Rai 2, anche la serie turca La notte del cuore su Canale 5 e soprattutto il turno di Champions League su Sky, con Juventus e Napoli impegnate). Si tratta di un dato molto positivo ma che necessita di essere contestualizzato. In primo luogo, è opportuno considerare la graduale ma inesorabile marginalizzazione del cinema in prima TV come asset nella programmazione serale generalista, negli anni sostituito dalla fiction. In merito, ricordiamo solo alcuni dati particolarmente eloquenti. Il record per la prima TV più seguita da quando sono disponibili i dati Auditel risale al 1997, quando La vita è bella ottenne, su Rai 1, 16 milioni di spettatori medi e il 53% di share: dopo questo risultato epocale solo un film è tornato a superare i 10 milioni di AMR – Il Gladiatore, trasmesso su Canale 5 nel 2003 – e solo altri due si sono quantomeno avvicinati a questa soglia. Si tratta di due titoli italiani: Io non ho paura, che nel 2005, su Canale 5, totalizza 9 milioni di spettatori medi e il 35% di share, e La grande bellezza. Quest’ultimo viene trasmesso dall’ammiraglia Mediaset a marzo del 2014 all’indomani della vittoria dell’Academy Award per il miglior film straniero – accorciando, dunque, il tradizionale iter post-sala, anche in forza del coinvolgimento di Medusa come distributore e co-produttore del film – e giunge a 8.9 milioni di ascolto medio e 36% di share. Al ridimensionamento del film come proposta televisiva generalista si sovrappongono, negli ultimi anni, non solo una radicale riconfigurazione delle finestre distributive – con la posizione sempre più nodale occupata dal segmento svod – ma anche la generalizzata contrazione della platea complessiva, particolarmente marcata nell’ultimo triennio. Se ancora nei mesi interessati dalla pandemia alcuni grandi successi di box office al primo passaggio in chiaro registravano ascolti attorno ai 5 milioni – è il caso di Bohemian Rhapsody nel novembre del 2021 (Rai 1, AMR 5 milioni, share 24%) e di Tolo Tolo a gennaio del 2022 (Canale 5, AMR 5.3 milioni, share 23%) – dal 2023 i valori risultano ulteriormente in calo. In questo contesto, dunque, è significativo che quello di C’è ancora domani si configuri come il secondo miglior ascolto registrato da un film nel periodo post-pandemico (dal 2023 a oggi ha fatto meglio, anche se di pochissimo, solo il live …

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Ascolti Serie A: una buona partenza per Dazn

Con la conclusione dell’undicesima giornata di campionato e l’inizio della seconda pausa per le nazionali, cogliamo l’occasione per fare un primo bilancio degli ascolti registrati dalla Serie A di calcio maschile 2025-26 su Dazn. Ricordiamo che il servizio OTT, dal 2021 detentore dei diritti di trasmissione per tutte le 380 partite della competizione, è misurato da Auditel a partire dall’estate del 2022; tuttavia, dalla sesta giornata della stagione in corso, il report settimanale dedicato alla Serie A, finora distribuito da Auditel, è disponibile sul sito di Audicom. Guardando dapprima ai dati dello Standard Auditel Digitale – che, lo ricordiamo, includono l’interezza dell’offerta di Dazn, di cui la Serie A di calcio maschile è tuttavia l’asset centrale – nel periodo interessato dalle prime undici giornate il servizio ha registrato una media settimanale di 26,9 milioni di stream, per un totale di 9 milioni di ore di visione. Il picco di consumi è stato raggiunto nella settimana tra il 26 ottobre e il 1° novembre, quando, in virtù del turno infrasettimanale, sono state complessivamente disputate 18 partite di Serie A: gli stream si sono fermati appena sotto la soglia dei 50 milioni, mentre il tempo speso è salito a 16,7 milioni di ore. I numeri generati da Dazn in questa prima fase della stagione risultano, pertanto, nettamente superiori a quelli registrati nel periodo coperto dalle prime 11 giornate del campionato 2024-25 – quando il dato medio settimanale di legitimate streams era pari a 25,7 milioni e il dato di total time spent si attestava a 8 milioni di ore – ma in ritardo rispetto ai 27,9 milioni di LS e 9,9 milioni di ore del 2023-24. La crescita rispetto alla stagione passata appare ancor più evidente considerando i dati di Total audience specificamente riguardanti la Serie A. In 10 delle 11 giornate finora disputate il dato di ascolto medio complessivo supera quello della stagione passata. Infatti, escludendo gli ascolti generati dai canali satellitari Zona Dazn, in questi primi 11 turni l’AMR complessivo risulta pari a 5,2 milioni medi a giornata, in netto miglioramento rispetto ai 4,4 milioni del 2024-25. Inoltre, il dato di AMR è sceso sotto la soglia dei 5 milioni solo nel caso dei primi due turni, disputati a fine agosto, e durante il turno infrasettimanale della nona giornata. Analogamente, solo in tre giornate – la prima, la seconda e la quarta – il match più seguito non ha raggiunto il milione di AMR. Al contrario, nel 2024-25 solo una delle prime 11 giornate – la sesta, forte del derby di Milano – aveva superato i 5 milioni di AMR, mentre in ben cinque occasioni la sfida più vista si era fermata sotto il milione di spettatori medi. Rimane invece inalterato il peso del match più visto di giornata sul dato di ascolto medio totale, attualmente al 27%, contro il 28% dello scorso anno. Venendo infine ai record già stabiliti da questa stagione, il picco dei consumi è stato raggiunto alla decima giornata, che con 7,3 milioni di AMR risulta il turno più seguito da quando il campionato di Serie A è visibile su Dazn. Questo dato complessivo è trainato dagli ottimi numeri dell’incontro del 2 novembre tra Milan e Roma: la partita, visibile anche ai non abbonati, totalizza quasi 2,4 milioni di spettatori medi, posizionandosi al primo posto tra le più seguite dall’arrivo in Italia del servizio. Ricordiamo in chiusura che, in linea con la prassi inaugurata lo scorso anno, Dazn renderà accessibili in chiaro fino a 4 ulteriori incontri, che sono tuttavia ancora da definire. L’appuntamento con la dodicesima giornata di Serie A è fissato, dopo la pausa per le nazionali, al 22 novembre: un turno che sarà definito da una delle sfide più attese della stagione, l’andata del derby tra Inter e Milan. (Giovanni Ceccatelli)

The Summer Streaming Leaders

After streaming officially overtook broadcast and cable TV in the U.S. last May – according to Nielsen’s The Gauge – this trend only strengthened over the summer. Streaming time climbed steadily, edging closer to a symbolic 50% share of total viewing (back in the summer of 2021, the figure was still just 28%). Following the same methodology outlined in two earlier pieces published in June and July, we continue our monitoring of the shows that are driving streaming’s growth most in 2025 in the U.S. market. This time, the focus is on the summer season – specifically the 13 weeks between May 26 and August 24 – drawing not only on Nielsen’s overall charts (used in our previous analyses) but also on the weekly Top 10 rankings compiled by Samba TV. While based on different technologies and analytical tools – which makes direct comparisons impossible – Nielsen and Samba TV together provide a sufficiently broad picture of current viewing trends on connected TVs. To frame the data correctly, it’s worth noting one major difference between the two systems: Samba TV reports each season of a series separately, while Nielsen aggregates them. In practice, this means Nielsen’s charts tend to favor long-running series with multiple seasons – which continue to attract viewing, especially around the release of new episodes – whereas Samba TV’s rankings highlight more clearly the performance of newly released seasons. The Hierarchy Among SVOD Services Before diving into the top summer titles, let’s first examine the pecking order among OTT services, based on the number of weekly appearances in the charts during the period under review. The tables below show each platform’s overall presence, its percentage share, and the count of unique titles (i.e. excluding repeated appearances across multiple weeks). Both Nielsen and Samba TV confirm – once again and beyond any doubt – the dominance of Netflix among SVOD platforms. In a typical week, at least half of the ranked titles are available on Netflix. The service also secured the number one position in 12 of the 13 weeks tracked by Nielsen, and in 11 according to Samba TV. The rest of the market appears far more fragmented, due in part to methodological differences between Nielsen and Samba TV. Nielsen’s data, for instance, tends to favor services like Hulu and Paramount+, which often enter the Top 10 thanks to catalog staples such as Grey’s Anatomy and NCIS. Yet, when those shows are also available on Netflix, Netflix almost certainly drives the bulk of consumption. Other notable discrepancies between the two systems concern the performance of HBO Max, Apple TV+ and Prime Video, which Samba TV ranks higher, thanks to the success of certain titles that, as we will see shortly, never appear in Nielsen’s Top 10. Nielsen’s Top 10 Titles Across the 13 summer weeks under review, 38 titles appeared at least once in Nielsen’s overall rankings: 8 films and 30 series (the total count of unique titles differs from the table shown, due to certain titles being available simultaneously across multiple services). Alongside the animated series Bluey (Disney+) – the only title to feature in every single week of 2025 so far – the standout performer was, unsurprisingly, the animated film KPop Demon Hunters. Produced by Sony but released directly on Netflix on June 20, the movie held a spot in the Top 10 for 8 weeks. It first entered the chart in late June at number ten, before cementing its presence from July 7 onward. So far this year, the only other title besides Bluey to reach eight weeks in Nielsen’s Top 10 was The White Lotus (HBO Max). That show, however, had the advantage of a longer runtime – with two prior seasons available – as well as a weekly release schedule. By contrast, the sheer reach of KPop Demon Hunters is harder to explain, yet it once again underlines Netflix’s unique position in today’s attention economy: without relying on pre-existing IP, the film managed to eclipse the season’s big-screen blockbusters. It even grossed nearly $20 million in just two days of theatrical screenings of a “sing-along” version, more than two months after its streaming debut. Turning to series, one of the most remarkable performers was Love Island USA, one of the very few unscripted titles to make the 2025 Top 10. Now in its seventh season and streaming on Peacock, the reality show charted for seven weeks and even claimed the number-one spot from July 7 to 13. Among scripted content, the most enduring title was the romantic drama Sullivan’s Crossing, available on Netflix, which remained in the Top 10 for six weeks. Co-produced by Canadian broadcaster CTV and The CW, the show’s performance further highlights Netflix’s ability to extend the life cycle of broadcast content. Finally, among the titles that reached the top of the chart more than once, all belonged to Netflix. The film Happy Gilmore 2, the series Ginny & Georgia (3 seasons) and Squid Game (3 seasons) – the only non-English title included in this analysis – each held the number-one position for two consecutive weeks. Meanwhile, Wednesday (2 seasons) confirmed its status as a global phenomenon, topping the chart for three weeks in a row. Samba TV’s Top 10 Titles According to Samba TV’s data, 56 unique titles entered the Top 10 at least once during the summer period: 34 television series and 22 films. As noted earlier, the higher turnover in Samba TV’s rankings stems from its decision to track viewing by individual season, as well as from structural differences in measurement methodology. As a result, the charts do not feature long-running evergreens like Bluey or Grey’s Anatomy – fixtures of Nielsen’s Top 10 – but rather highlight the biggest new releases of the season. The most enduring title was once again KPop Demon Hunters, which appeared in 8 of the 13 weeks analyzed (the movie continued to appear in Samba TV’s Top 10 for four additional weeks beyond the observation window, not included here in …

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Le hit dell’estate in streaming

Dopo il sorpasso dello streaming ai danni della TV broadcast e via cavo registrato nel contesto statunitense da The Gauge a maggio, nel corso dell’estate il tempo di visione in piattaforma ha proseguito la propria ascesa, portandosi a un passo dal traguardo del 50% (ricordiamo che nell’estate del 2021 il dato era ancora al 28%). Attenendoci alla metodologia di analisi impostata in due precedenti articoli usciti a giugno e a luglio, proseguiamo il nostro monitoraggio dei titoli che nel 2025 stanno maggiormente incidendo sulla crescita dello streaming nel mercato statunitense. In questo caso, ci focalizziamo sulla stagione estiva – e in particolare sulle 13 settimane comprese tra il 26 maggio e il 24 agosto – avvalendoci non solo delle classifiche generali Nielsen già utilizzate nelle precedenti pubblicazioni, ma anche delle Top 10 settimanali realizzate dal servizio Samba TV. Pur basandosi su tecnologie e strumenti di analisi differenti – che non permettono, dunque, un confronto diretto tra le classifiche in questione – Nielsen e Samba TV garantiscono una prospettiva sufficientemente ampia sulle tendenze in corso per quel che riguarda la visione di contenuti in streaming su TV connessa. Per una corretta lettura dei dati segnaliamo in apertura la differenza più rilevante tra i due sistemi: mentre nel reporting di Samba TV vengono valutati singolarmente gli ascolti delle singole stagioni di una serie, Nielsen non opera questa scomposizione. In altri termini, nelle classifiche Nielsen sono tendenzialmente avvantaggiate le properties seriali con varie stagioni alle spalle – che continuano a generare consumi, soprattutto in prossimità della release di nuovi episodi – mentre i ranking Samba TV premiano in modo più evidente le performance individuali delle stagioni appena uscite. Le gerarchie tra i servizi SVOD Prima di procedere all’analisi dei contenuti più forti dell’estate, diamo uno sguardo alle gerarchie tra i servizi OTT, basandoci sul numero di occorrenze in classifica nelle settimane considerate. Nelle tabelle sottostanti sono riportate le presenze complessive di ciascun operatore SVOD in classifica, oltre alla rispettiva quota percentuale e al conteggio dei titoli unici (ovvero al netto delle ripetizioni in più settimane). Tanto il monitoraggio di Nielsen quanto quello di Samba TV attestano in modo inequivocabile, una volta di più, lo strapotere di Netflix tra i servizi SVOD. Nella settimana media, almeno la metà dei titoli in classifica è disponibile su Netflix; inoltre, la piattaforma guadagna la prima posizione del ranking in 12 delle 13 settimane in analisi secondo i dati Nielsen e in 11 nel caso di Samba TV. Appare invece piuttosto frammentato il resto del mercato, complici anche le differenze metodologiche tra Nielsen e Samba TV: ricordiamo, a tal proposito, che il reporting di Nielsen tende a favorire servizi come Hulu e Paramount+, che figurano spesso in Top 10 grazie a contenuti di library come Grey’s Anatomy e NCIS presenti anche su Netflix, dove tuttavia è con ogni probabilità quest’ultimo a trainare i consumi. Tra le divergenze più significative tra i due sistemi figurano anche le diverse performance di HBO Max, Apple TV+ e Prime Video, maggiormente premiati dalle classifiche Samba TV grazie al successo di alcuni prodotti che, come vedremo a breve, non figurano mai nelle Top 10 di Nielsen. I titoli delle Top 10 Nielsen Nelle 13 settimane estive analizzate sono 38 i titoli apparsi almeno una volta nelle classifiche generali Nielsen: 8 film e 30 serie (il conteggio totale dei titoli unici è diverso da quello riportato nella tabella precedente in virtù della presenza di alcuni titoli su più servizi contemporaneamente). Oltre alla serie d’animazione Bluey (Disney+) – unico contenuto presente, finora, in tutte le settimane del 2025 – il titolo che con maggior costanza ha catalizzato l’attenzione degli spettatori statunitensi è, ovviamente, il film d’animazione KPop Demon Hunters, prodotto da Sony ma distribuito direttamente in streaming da Netflix il 20 giugno. Il film è rimasto in classifica per un totale di 8 settimane, entrando per la prima volta al decimo posto tra il 23 e il 29 giungo, per poi imporsi definitivamente a partire dal 7 luglio. Nel corso del 2025 l’unico contenuto, ad eccezione di Bluey, finora in grado di ottenere la Top 10 Nielsen per 8 settimane era stato The White Lotus (HBO Max), che poteva però contare su un minutaggio molto più ampio – avendo alle spalle le due stagioni precedenti – e sulla release settimanale degli episodi. La pervasività del fenomeno KPop Demon Hunters è difficilmente razionalizzabile, ma pone ancora una volta l’enfasi sul posizionamento unico di Netflix nell’odierna economia dell’attenzione: senza basarsi su IP preesistenti il film è stato in grado di mettere in ombra i grandi blockbuster cinematografici della stagione, arrivando perfino a raccogliere quasi 20 milioni di dollari in due giorni di programmazione in sala della versione sing-along, oltre due mesi dopo l’uscita in piattaforma. Passando ai titoli seriali, segnaliamo innanzitutto l’ottima performance di Love Island USA, uno dei pochissimi contenuti unscripted presenti nelle Top 10 del 2025: il reality, giunto alla settima stagione e disponibile su Peacock, è rimasto in classifica per 7 settimane, raggiungendo anche la prima posizione tra il 7 e il 13 luglio. Tra i titoli scripted, invece, il più duraturo è stato il dramma romantico Sullivan’s Crossing, disponibile nel catalogo Netflix e presente in Top 10 per 6 settimane: il successo della serie, coprodotta dall’emittente canadese CTV e da The CW, è un’ulteriore conferma dell’efficacia di Netflix nell’estendere il ciclo di vita dei contenuti broadcast. Infine, tra i titoli che hanno raggiunto per più di una volta la vetta della classifica troviamo solo contenuti Netflix. Il film Happy Gilmore 2, la serie Ginny & Georgia (3 stagioni) e l’unico prodotto non in lingua inglese incluso nell’analisi, Squid Game (3 stagioni), figurano tutti al primo posto per due settimane consecutive; Wednesday (2 stagioni), invece, si conferma un grandissimo successo imponendosi al vertice per tre settimane di seguito. I titoli delle Top 10 Samba TV Per quel riguarda i dati forniti da Samba TV, sono complessivamente 56 i singoli titoli entrati in classifica almeno una volta nel periodo considerato: 34 serie televisive e …

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Tra IP e titoli Netflix, i film più forti in piattaforma nei primi 6 mesi del 2025

Dopo un 2024 in cui il mantra “survive ‘til ‘25” ha dominato il discorso sullo stato dell’industria hollywoodiana, nella prima metà del 2025 il box office nordamericano mostra, effettivamente, alcuni segnali incoraggianti. Pur permanendo il ritardo nei confronti del pre-pandemia – il divario con il 2019 è intorno al 26% per la prima metà dell’anno – il dato parziale a fine giugno segna una crescita del 15% rispetto al 2024, che aveva poi chiuso a 8.7 miliardi domestic. In attesa di capire se le uscite estive saranno in grado di sostenere questa traiettoria positiva, rivolgiamo lo sguardo al cinema in piattaforma, considerando i titoli che nella prima metà del 2025 hanno raggiunto la Top 10 statunitense dei contenuti più fruiti in streaming secondo le stime Nielsen. Più nel dettaglio, prendiamo in considerazione i 16 film che tra l’inizio di gennaio e il 15 giugno sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nelle classifiche Nielsen complessive (ricordiamo che quest’ultime utilizzano come metrica il tempo di visione sulle sole TV connesse e sono dunque dominate dai prodotti seriali, favoriti da minutaggi assai superiori a quelli dei film). Un primo dato riguarda la strategia distributiva adottata per i 16 film in questione: 7 di questi sono arrivati in piattaforma a seguito di almeno 30 giorni di esclusiva theatrical, mentre i restanti 9 hanno debuttato direttamente nella finestra SVOD. Tra i film usciti in sala figurano grandi successi commerciali della seconda metà del 2024 – Despicable Me 4, Venom: The Last Dance, Moana 2 e Wicked – un notevole flop, sempre del 2024, come Kraven the Hunter e due titoli del 2025, Captain America: Brave New World e The Accountant 2. Al netto delle alterne fortune in sala – Wicked, Despicable Me 4 e Moana 2 occupano, rispettivamente il terzo, quarto e quinto posto tra i migliori incassi domestic del 2024, mentre Kraven the Hunter ha incassato solo 25 milioni di dollari sul territorio nordamericano – è significativo che tutti i film theatrical menzionati risultino legati ad IP audiovisive già avviate. Al contrario, dei 9 film distribuiti direttamente in piattaforma solo 2 sono basati su materiali preesistenti: si tratta dei film Netflix The Life List e The Electric State, adattamenti di un romanzo e di un graphic novel. Se a queste considerazioni aggiungiamo che 8 dei 9 film straight-to-streaming totali sono distribuzioni Netflix – e, complessivamente, 11 dei 16 film qui considerati sono entrati in Top 10 mentre erano disponili su Netflix – si evince chiaramente, ancora una volta, che la piattaforma amministrata da Ted Sarandos è non solo la più attrezzata per spingere i film al vertice delle classifiche Nielsen, ma anche l’unica (o quasi) capace di generare engagement tramite prodotti svincolati da franchise mediali. Se escludiamo i titoli Netflix, infatti, nel primo semestre del 2025 l’unico film originale entrato in Top 10 è la commedia You’re Cordially Invited, distribuita direttamente in piattaforma da Prime Video. Come visibile nella tabella sottostante, invece, gli altri due servizi entrati in classifica, Disney+ e Peacock, possono ambire a eguagliare la reach impressionante di Netflix solo attraverso l’affidabilità commerciale di IP già presenti da anni nell’immaginario collettivo e forti dell’esposizione garantita dal passaggio in sala. Come evidenziato nella tabella, solo la metà dei film considerati ha goduto di una permanenza in classifica superiore a una settimana. Svetta, in particolare, la performance di Moana 2, reduce da un incasso prossimo al mezzo miliardo di dollari negli Stati Uniti e in grado di raggiungere la vetta della classifica nella settimana di debutto su Disney+. Ricordiamo che il film precedente, uscito nel 2016, risulta il titolo più spesso presente nelle classifiche Nielsen dedicate ai soli film tra il 2020 e il 2025, con un totale di 80 settimane in Top 10; il cartoon si posiziona, inoltre, al secondo posto tra i film per tempo di visione nello stesso intervallo temporale, alle spalle di un altro musical Disney Animation di enorme successo come Encanto. Moana 2 è anche uno dei 5 film che in una singola settimana del 2025 hanno totalizzato almeno un miliardo di minuti di visione (come metro di paragone, si consideri che questa soglia viene in genere raggiunta dai 3-4 titoli seriali più performanti di ogni settimana): tra questi troviamo anche Back in Action (unico altro film a raggiungere la prima posizione), The Electric State, Straw e TheAccountant 2. Quest’ultimo titolo costituisce un caso piuttosto interessante, trattandosi del sequel di un thriller a medio budget uscito quasi dieci anni fa e divenuto un long seller in streaming. The Accountant 2 ha goduto di una finestra di esclusiva theatrical limitata a 42 giorni, per un incasso discreto, ma non eccezionale, di 65 milioni di dollari negli Stati Uniti (a fronte di un budget produttivo superiore agli 80 milioni). La performance del film su Prime Video, tuttavia, è stata eccellente – anche in virtù del rebranding del franchise in una chiave buddy comedy perfetta per la linea editoriale del servizio – totalizzando oltre 2 miliardi di minuti di visione nelle prime due settimane di sfruttamento, equivalenti a circa 17 milioni di riproduzioni integrali negli Stati Uniti[1]. Infine, un dato che merita di essere evidenziato riguarda la nazionalità dei 16 film presi in esame: tra questi, infatti, l’unico prodotto al di fuori degli Stati Uniti è l’action tedesco Exterritorial. Non stupisce che proprio tramite Netflix il film abbia avuto modo di incontrare un pubblico internazionale, arrivando a registrare circa 7 milioni di riproduzioni complete negli Stati Uniti, poco distante dai numeri registrati da titoli seriali come Andor e The Last of Us negli stessi giorni. Con l’inizio dell’estate alcuni dei maggiori incassi nordamericani della prima metà dell’anno stanno avviando il loro percorso in piattaforma negli Stati Uniti. Titoli come Sinners – tra i pochissimi film originali di successo degli ultimi mesi – e A Minecraft Movie saranno disponibili su Max già da questo mese, mentre il fortunato remake live action di Lilo & Stitch – unica produzione americana al momento in corsa per il traguardo del miliardo di dollari worldwide nel …

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Streaming USA: le serie più viste e i player più dominanti secondo le Top 10 Nielsen

Nello scorso mese di maggio il sistema di misurazione The Gauge, gestito da Nielsen negli Stati Uniti, ha registrato, per la prima volta, il sorpasso del tempo di visione dedicato allo streaming sulla fruizione televisiva tradizionale. Per quanto The Gauge non utilizzi i dati di prima parte degli streamer e non intercetti il consumo da small screen, il campione Nielsen fornisce tuttavia un indicatore di rilievo circa le dinamiche del mercato audiovisivo statunitense, spesso in anticipo sulle tendenze globali. Lo storico soprasso dello streaming ai danni dei canali tradizionali – cui contribuisce in modo sostanziale anche un servizio ibrido come YouTube, incluso tra gli streamer da The Gauge – giunge al termine di una midseason televisiva caratterizzata dal ritorno di prodotti seriali a lungo attesi, come le seconde stagioni di Squid Game, Severance e Andor, e dagli ottimi debutti di novità come Adolescence, Zero Day e The Residence. Uno sguardo d’insieme alle Top 10 dei contenuti seriali più visti in streaming, distribuite settimanalmente da Nielsen, ci permette di fare il punto sullo stato dell’offerta televisiva statunitense e sui rapporti di forza tra i servizi OTT. I dati forniti di seguito fanno riferimento alle 20 settimane tra il 6 gennaio e il 25 maggio di quest’anno. Ricordiamo che le classifiche Nielsen sono ottenute tramite il monitoraggio di un panel nazionale – i dati di consumo non sono, quindi, di natura censuaria –, utilizzano come unica metrica il totale dei minuti visti e, anche in questo caso, includono solo la fruizione tramite schermo televisivo. Inoltre, i dati di consumo riportati da Nielsen considerano le serie in forma aggregata, senza quindi specificare l’apporto della stagione in uscita. Segnaliamo, infine, che l’analisi si focalizza sui soli contenuti televisivi, sia originali (ovvero prodotti direttamente da una piattaforma), sia in licenza: sono stati quindi esclusi 19 film che, in questo frangente, sono risultati tra i 10 contenuti più fruiti in streaming. Prendiamo in esame, in primo luogo, i servizi streaming che hanno ospitato i prodotti seriali più fruiti settimanalmente. Nella tabella riportata di seguito vengono conteggiate le occorrenze totali – al lordo, quindi, di ripetizioni legate alla presenza di un medesimo contenuto in più classifiche settimanali – di ciascun player all’interno delle Top 10 Nielsen nel periodo analizzato. Si tenga presente che non di rado una medesima serie può essere disponibile su più servizi contemporaneamente e, in questi casi, Nielsen non specifica il singolo contributo dei vari servizi ospitanti. Negli ultimi 5 mesi Netflix ha confermato il proprio primato nel mercato nello streaming: in media, circa la metà di ciascuna Top 10 settimanale è composta da titoli della piattaforma e in 14 settimane su 20 questa ha distribuito la serie più vista. I titoli seriali di Netflix che hanno raggiunto il vertice della classifica sono, in ordine di uscita: Squid Game, American Primeval, The Night Agent (in prima posizione per tre settimane in successione), Sweet Magnolias, Zero Day, Adolescence, The Residence, Black Mirror, You, The Four Seasons e Sirens. Solo tre serie, dunque, hanno spodestato i titoli Netflix dal primo posto della classifica. Tra la fine di febbraio e la metà di marzo l’uscita della terza stagione di Reacher su Prime Video ha portato l’adattamento dei romanzi di Lee Child al primo posto tra le serie più viste per tre settimane consecutive. Nelle prime due settimane di aprile, invece, Max ha dominato grazie al grandissimo successo della terza stagione di The White Lotus. Infine, tra il 12 e il 18 maggio ha prevalso Disney+, con l’uscita della seconda stagione di Andor. È inoltre interessante notare che, per i servizi concorrenti di Netflix, sono spesso pochi titoli particolarmente performanti a giustificare il numero di presenze in Top 10. Nel caso di Hulu, ad esempio, quasi il 70% delle occorrenze è imputabile a tre titoli molto longevi come Grey’s Anatomy (disponibile anche su Netflix e giunto oltre i 400 episodi), NCIS (presente anche su Netflix e Paramount+ e giunto alla soglia dei 500 episodi) e Family Guy (oltre 400 episodi). Analogamente, Disney+ deve 20 delle complessive 24 occorrenze in Top 10 all’affidabilità della serie animata per bambini Bluey (154 episodi), mentre Prime Video figura in classifica unicamente in virtù dell’ottimo riscontro di Reacher. Approfondendo l’analisi dei titoli, è innanzitutto opportuno rimarcare la costanza proprio di Grey’s Anatomy e di Bluey. Il medical di ABC, avviato nel 2005, figura in 19 delle 20 classifiche settimanali esaminate, mentre il cartoon australiano è l’unica serie a rimanere in Top 10 in tutte le settimane de gennaio a maggio. Spostando l’attenzione, poi, sulle serie capaci di catalizzare la mole più elevata di minuti visti in una settimana – riportate nella tabella sottostante – torna a palesarsi il dominio di Netflix. Appaiono particolarmente significativi i dati di The Night Agent – la cui seconda stagione è uscita il 23 gennaio – in grado di generare un tempo di visione che, ancora nella terza settimana di sfruttamento, supera quello di altri grandi titoli della stagione come The White Lotus o Adolescence, giunti al massimo a 1.4 miliardi di minuti visti. Un discorso analogo vale anche per Squid Game, che tra il 6 e il 12 gennaio veniva da due precedenti settimane al vertice della classifica con oltre 4 miliardi di minuti visti, a seguito dell’uscita della seconda stagione il 26 dicembre. Per quel che riguarda gli altri player, vale la pena di rimarcare il notevole risultato di Reacher: oltre ad essere partita fortissimo dopo l’uscita della terza stagione il 20 febbraio la serie si è confermata uno degli eventi della stagione, rimanendo tra i dieci titoli più visti in streaming per sette settimane di seguito. Escludendo i titoli di lunga serialità summenzionati, un risultato analogo è stato centrato solo da The White Lotus, forte della release settimanale degli episodi su Max coordinata con il passaggio lineare su HBO. Segnaliamo, in conclusione, due ulteriori momenti che hanno segnato la midseason statunitense. Il primo riguarda l’importante traguardo raggiunto da Severance, che con l’uscita della seconda stagione il 21 febbraio riporta Apple TV+ nella Top 10 …

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UEFA Champions League 2024-2025: i dati di ascolto delle partite in chiaro

Con il trionfo del Paris Saint-Germain ai danni dell’Inter si è conclusa lo scorso 31 maggio la Champions League 2024/25; un’edizione caratterizzata da una serie di novità sia a livello di formato organizzativo che di copertura televisiva, con meccanismi di distribuzione e messa in onda delle partite che, almeno per quanto riguarda il contesto italiano, hanno visto alcuni cambiamenti significativi rispetto alle stagioni più recenti. La formula “monstre” a 36 squadre, con l’abolizione dei gironi di qualificazione e un unico raggruppamento in cui ciascuna squadra ha dovuto affrontare otto rivali diverse, con tanto di spareggi playoff tra i club classificati tra la nona e la ventiquattresima posizione, ha generato un incremento nel numero di match complessivi: 203 da settembre alla finale di Monaco di Baviera. Cinque i club italiani coinvolti (Inter, Milan, Juventus, Atalanta e la novità Bologna), con un potenziale di attenzione ancora più elevato rispetto al passato. La spartizione dei diritti televisivi A consentire a tifosi e appassionati italiani di seguire la principale competizione calcistica continentale è stata ancora una volta Sky, che ha acquisito i diritti in esclusiva di 185 partite su 203 (fino alla stagione 2026/27), garantendo anche la distribuzione di 17 match in chiaro tramite il canale TV8, dopo che nelle ultime stagioni tale funzione era stata svolta da Mediaset. Come già avviene dalla stagione 2021/22, inoltre, Amazon Prime Video ha ottenuto l’esclusiva per i migliori match del mercoledì privilegiando – in particolare nella fase del campionato iniziale – i club italiani (quattro volte l’Inter, tre la Juventus e una sola il Milan). Nella seconda fase della Champions League, quella in cui si è entrati nel vivo con gli scontri a eliminazione diretta, si è poi assistito a un’ulteriore novità distributiva, dovuta principalmente all’avanzamento dell’Inter fino all’atto conclusivo; una delibera Agcom (la 131/12/CONS) stabilisce, infatti, un elenco di eventi sportivi che per la loro particolare rilevanza devono essere obbligatoriamente trasmessi in chiaro. Tra questi anche le semifinali di Champions League qualora sia impegnato un club italiano. In ottemperanza a tale disposizione (che peraltro è in via di aggiornamento e prevede l’inserimento di altri eventi e discipline), la semifinale di andata tra Barcellona e Inter del 30 aprile (un mercoledì) ha dovuto per legge “uscire” dal recinto protetto di Amazon Prime Video per approdare in free-to-air: un accordo tra la piattaforma e WarnerBros. Discovery ha consentito la messa in onda su Nove, pur mantenendo telecronaca e confezione giornalistica del colosso streaming. La gara di ritorno (6 maggio, un martedì) è, invece, stata trasmessa da TV8 come tutti gli altri match in chiaro distribuiti nell’arco della stagione. Facendo riferimento ai dati di Total audience fornitici da Sensemakers, proponiamo di seguito alcune evidenze emerse dall’edizione appena terminata. Dalla fase campionato alla finale: i dieci match più seguiti Delle 18 partite trasmesse in chiaro 9 hanno registrato un ascolto medio pari ad almeno un milione di spettatori; solo due match – entrambi, peraltro, già della fase a eliminazione diretta – si sono invece fermati al di sotto dei 500.000 spettatori medi. Durante le 8 partite in chiaro della fase campionato, svoltasi tra settembre e gennaio, l’AMR ha oscillato tra un minimo di circa 630.000 ascoltatori medi per PSG – Girona, primo match a essere trasmesso in chiaro, e un picco di oltre un milione per lo scontro tra Liverpool e Real Madrid. Il dato di share ha invece oscillato tra il 3%, registrato da Manchester City – Club Brugge, e il 6% ottenuto proprio da Liverpool – Real Madrid. Tra i 10 incontri della fase a eliminazione diretta trasmessi in chiaro figurano, come anticipato, i due match meno seguiti dell’edizione: si tratta dell’ottavo di finale tra Arsenal e PSV Eindhoven (AMR 458.588, SH 2%) e dello spareggio tra Celtic e Bayern Monaco (AMR 404.681, 2%), penalizzato dalla concomitanza con la seconda serata del Festival di Sanremo. Come prevedibile, tuttavia, le fasi finali del torneo hanno generalmente coinciso con un ampliamento del pubblico, complice anche il coinvolgimento dell’Inter. Riportiamo nella tabella sottostante la classifica dei dieci incontri con ascolto medio più elevato dell’edizione (lo standard utilizzato è quello della Total Audience di programma). I dati relativi alla composizione dell’audience evidenziano, in linea con le attese, la presenza maggioritaria di pubblico maschile: nelle tre partite conclusive questo ha rappresentato più del 60% della platea, toccando il 68% nella combattuta semifinale di ritorno. Per quel che concerne, invece, la stratificazione del pubblico in termini di età, si conferma nuovamente il peso del segmento 65+, che tra semifinali e finale ha contribuito per il 27% ai consumi totali. Complessivamente, gli ultimi tre incontri della Champions League sono stati seguiti da un pubblico costituito per il 65% da spettatori con almeno 45 anni di età. I consumi da small screen Considerando l’apporto garantito dagli ascolti tramite gli small screen connessi, in 8 tra i 18 match considerati questo ha pesato meno dell’1%. Emerge, in particolare, il netto divario tra le due semifinali tra Inter e Barcellona: laddove il match di andata, trasmesso sul Nove e terminato entro i 90 minuti regolamentari, ha raccolto quasi il 100% degli ascolti sullo schermo televisivo, la partita di ritorno su TV8 – protrattasi fino ai tempi supplementari – si è distinta per l’importante contributo degli small screen (AMR 262.134), pari al 4,4% dei consumi totali. In valori assoluti la semifinale di ritorno si posiziona, su questa metrica, alle spalle solo della finale: questa ha totalizzato un ascolto medio da small screen pari di 284.988 spettatori, il 48% dei quali connessi da smartphone. Anche in questo caso, proponiamo una classifica degli incontri che hanno registrato la quota più ingente di ascolto small screen sul totale dell’AMR in Total Audience. La prima finale di Champions League su TV8 In prospettiva storica è importante ricordare che la finale del 31 maggio è stata la prima a essere trasmessa in chiaro da un editore diverso da Rai e Mediaset. Il passaggio di PSG – Inter su TV8, il canale in chiaro di Sky, ha sancito la fine di un’alternanza tra i …

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Serie A 2024-2025: le dieci partite più seguite su Dazn

Con la decisiva vittoria del Napoli all’ultima giornata è giunta al termine la quarta stagione del campionato di Serie A trasmessa da Dazn. Come accaduto a partire dalla stagione 2021-2022, il servizio di streaming ha garantito ai propri clienti la copertura in diretta di tutte le 380 partite del campionato, di cui 114 visibili anche dagli abbonati Sky. Ricordiamo che questa spartizione dei diritti televisivi per il più seguito evento sportivo italiano prevede il pagamento di 900 milioni di euro annui alla Lega Serie A, 700 dei quali versati da Dazn, e resterà in vigore fino al 2029. Dazn è presente sul mercato italiano da ormai sette anni e, come dettato da AGCOM nel 2022, rientra nel perimetro della rilevazione degli ascolti effettuata da Auditel. Ogni settimana, quindi, Auditel misura il pubblico della Serie A tenendo conto tanto degli ascolti di origine censuaria riconducibili alla piattaforma streaming di Dazn (rilevati con Sdk), quanto degli ascolti di origine campionaria (intercettati, dunque, con il SuperPanel) generati dal canale satellitare Zona Dazn. È inoltre importante aggiungere che proprio nel corso della stagione 2024-2025 Amazon ha prima lanciato e poi chiuso un apposito canale Dazn all’interno del proprio servizio streaming Prime Video. Il canale è stato attivo da agosto 2024 a fine febbraio 2025, prima di essere eliminato dall’offerta di Prime Video: ciò si spiega con la scelta di Amazon di non sottostare ai termini di misurazione indipendente imposti da AGCOM. Per quanto il numero esatto di abbonati italiani a Dazn non sia reso noto, sappiamo – secondo quanto affermato dall’Amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo – che al termine del 2023 la piattaforma aveva raggiunto circa 2 milioni di clienti. Inoltre, stando ai dati Comscore riportati nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulle comunicazioni diffuso da AGCOM (n.1/2025), nel corso del 2024 il servizio è stato utilizzato da una media di 2,2 milioni di utenti unici mensili (resta però escluso da questa cifra il traffico da connected tv). Ulteriori informazioni sull’estensione dell’utenza complessiva di Dazn sono fornite dai report settimanali relativi allo standard digitale di Auditel dedicato ai device connessi: nel frangente temporale interessato dalla Serie A 2024-2025 (dal 17 agosto 2024 al 25 maggio 2025) l’offerta di Dazn ha registrato, settimanalmente, una media di 25 milioni di legitimate streams e 9 milioni di ore di visione. Per quel che riguarda la Total audience del campionato appena concluso, riportiamo di seguito l’ascolto medio delle dieci partite più seguite sul servizio streaming. Come precedentemente sottolineato dalla redazione di Calcio e Finanza, Juventus-Milan – disputata alle ore 18:00 e vinta dai bianconeri per due reti a zero – è a oggi il terzo match più visto su Dazn dal lancio italiano della piattaforma. La partita si posiziona alle spalle di Inter-Juventus (2023-2024, AMR 2.274.596) e Juventus-Inter (2022-2023, AMR 2.211.988). Significativamente, inoltre, l’incontro è stato il primo dei 5 della stagione che Dazn ha scelto di rendere accessibili, da quest’anno, anche ai non abbonati attraverso il proprio servizio streaming. Non accadeva dagli anni Novanta che una partita di Serie A fosse visibile in chiaro: a Juventus-Milan hanno seguito Roma-Juventus, Atalanta-Inter, Milan-Napoli e Lazio-Inter. Pertanto, 4 delle 5 partite trasmesse in chiaro trovano spazio all’interno della Top 10 stagionale. Prendendo in esame, invece, le 38 partite che sono risultate le più seguite per ciascuna giornata del campionato, si nota, come prevedibile, una presenza particolarmente marcata della Juventus con 16 incontri, seguita da Inter e Napoli, appaiate a 11, e da Milan e Roma, entrambe a quota 8. L’AMR dell’incontro più visto della giornata – posizionato, in oltre il 70% dei casi, in prima serata – si attesta, in media, a 1.3 milioni, catalizzando circa il 27% degli ascolti complessivi dell’intero turno di campionato. Di questi 38 big match di giornata, 30 hanno superato il milione di spettatori nel minuto medio. È interessante aggiungere a questo proposito, che solo uno tra i match più seguiti di giornata ha fatto segnare un ascolto medio inferiore ai 900.000 spettatori. Si tratta di Parma-Napoli (AMR 446.922), disputata la sera di domenica18 maggio (giornata 37), quando per la prima volta in 15 anni addirittura 9 partite sono state giocate in contemporanea, vista la competizione ancora molto aperta non solo per la corsa allo scudetto, ma anche per l’accesso alle coppe europee. Il ritorno della Serie A su Dazn è fissato per il 23 agosto 2025; il campionato proseguirà fino a domenica 24 maggio 2026. Ricordiamo, però, che già dal 14 giugno sarà possibile seguire gratuitamente sulla piattaforma il Mondiale per Club FIFA 2025, che proseguirà fino a metà luglio. Dazn detiene l’esclusiva a livello mondiale per la trasmissione delle 63 partite del torneo, che vede coinvolti 32 tra i maggiori club al mondo e che si svolgerà negli Stati Uniti. (Giovanni Ceccatelli)