Annuario TV

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40 anni di Auditel: la relazione alla Camera del Presidente Imperiali

Ricognizione storica e riflessione prospettica sulle dinamiche future: attorno a queste due direttrici ha impostato il proprio intervento Andrea Imperiali, consigliere di Auditel dal 2009 e Presidente dal 2016, nel corso della relazione tenutasi il 26 marzo presso la Sala della Regina e dedicata all’operato della società che dagli anni Ottanta monitora i consumi televisivi degli italiani. Nell’anno in cui ricorre il quarantennale della fondazione di Auditel – originata, come ha ricordato Imperiali, dalla volontà congiunta di tre figure chiave della storia televisiva del paese: Biagio Agnes, Silvio Berlusconi e Sergio Zavoli – si rendono infatti necessari, al contempo, la rilettura del percorso evolutivo della società e un ragionamento sulle complessità tecnologiche, regolamentari e concettuali che investono le prassi di misurazione degli ascolti nel panorama mediale odierno. Oltre a rimarcare il carattere pionieristico del modello di governance adottato da Auditel fino dall’atto di costituzione – il JIC, garanzia di trasparenza, rappresentatività ed equilibrio tra le forze di mercato – Imperiali ha sottolineato lo spirito adattivo della società, da sempre impegnata a rispondere alle modificazioni contestuali, se non addirittura a precorrere certe tendenze. In tal senso, il Presidente ha ricordato la recente integrazione tra i dati campionari e quelli censuari prodotti dal SuperPanel Auditel, cui si lega anche il duplice primato sovranazionale costituito dall’implementazione di codici univoci per il tracciamento della pubblicità addressable e online su tutte le piattaforme e dalla rilevazione integrale di un editore OTT come DAZN. Segnali, insomma, di un inesausto rinnovamento dei presupposti metodologici di Auditel, teso a intercettare, in una prospettiva di Total Audience, la pluralità dei consumi “disintermediati, asincroni, personalizzati” abilitati dal nuovo ecosistema digitale, che si ibridano con le modalità di fruizione tradizionali. Alla luce dei cambiamenti sistemici che stanno interessando le industrie mediali globali Imperiali ha inoltre ribadito la determinazione di Auditel nel porsi tanto come fonte informativa puntuale e di pubblico interesse – vanno in questa direzione le collaborazioni con Censis e ISTAT, oltre al recente inserimento all’interno del Sistema Statistico Nazionale – quanto come organo di mediazione con le Autorità di regolazione. Riguardo quest’ultimo versante i punti toccati dal Presidente spaziano dalla stringente necessità di un coordinamento europeo nell’inquadramento normativo dell’intelligenza artificiale, all’auspicata cessazione delle pratiche di automisurazione dei consumi, ancora vigenti tra numerosi soggetti del mercato: l’obiettivo comune, ha affermato Imperiali, deve essere quello di superare “la mancanza di trasparenza che grava sull’intero sistema”, a tutela delle dinamiche competitive e della democrazia digitale, ma anche dei consumatori, in termini di data protection e di pluralismo dell’offerta. (Giovanni Ceccatelli)

Record storico in streaming per Mare Fuori

Il fenomeno Mare Fuori espande sempre di più la sua portata. Il quarto capitolo della serie, distribuito come il precedente in anteprima su RaiPlay, ha battuto i record della scorsa stagione, dimostrando ancora una volta le potenzialità offerte dall’utilizzo sinergico di streaming e broadcasting da parte degli editori televisivi. Nel periodo 1-25 febbraio (i primi sei episodi della nuova stagione sono stati pubblicati il primo febbraio e i rimanenti otto il 14, lo stesso giorno della partenza su Rai2) le visualizzazioni di Mare Fuori 4 sono state 124 milioni (LS) per un totale di quasi 3 miliardi di minuti visti (TTS). Questi risultati straordinari hanno superato i numeri raggiunti dalla serie nel 2023, con un aumento del 18% nelle visualizzazioni e del 7% nel tempo speso grazie anche alla presenza di due episodi aggiuntivi. Oltre a dominare le classifiche dei contenuti editoriali più visti on demand nel mese di febbraio 2024 – sia dal punto delle visualizzazioni che del tempo speso tutti i 14 episodi sono presenti nei rispettivi ranking – la quarta stagione del teen drama di culto ha toccato un nuovo storico traguardo. Con 120.641.216 minuti visti in 24 ore, il primo episodio è stato il contenuto più fruito on demand in un singolo giorno da quando sono attive le rilevazioni Auditel Digital. Inoltre, nella Top10 dei contenuti VOD più visti in un giorno, cinque posizioni sono occupate dagli episodi dell’ultima stagione mentre due sono invece assegnate agli episodi 7 e 8 della terza stagione. Per comprendere il contributo essenziale fornito dalla componente digital nel contesto della Total TV, basti considerare che la fruizione on demand dei primi due episodi della quarta stagione di Mare Fuori ha generato nei primi tre giorni un TTS incrementale del 153% rispetto al tempo speso nella fruizione lineare classica.   Nonostante l’iperconsumo verificatosi con il rilascio digital-first, il debutto della quarta stagione su Rai 2 ha totalizzato ascolti piuttosto in linea con quelli della stagione precedente. La media dei primi quattro episodi (trasmessi in back-to-back il 14 e il 21 febbraio 2024) è stata di 1.264.000 spettatori (AMR) e per la terza stagione era stata di 1.312.000 spettatori. A dimostrazione che la distribuzione in streaming non pregiudica gli ascolti, ma consente un significativo ampliamento delle audience. Fonte dati: Sensemakers (Carlotta Colacurcio)

Total Audience: una soluzione imprescindibile per il futuro della TV

Nell’ambito dei sempre più marcati processi di convergenza digitale, gli attori dell’industria televisiva si sono trovati nel corso degli ultimi anni di fronte a una sfida senza precedenti: come misurare con precisione e in maniera univoca la fruizione cross-device e cross-piattaforma dei propri contenuti? La risposta a questa sfida è rappresentata dalla Total Audience, l’innovativo sistema di misurazione degli ascolti sviluppato da Auditel per cogliere l’intera portata del consumo televisivo contemporaneo. La Total Audience certificata Auditel rappresenta un modello unico a livello internazionale e si configura come un sistema rivoluzionario che integra gli ascolti della TV lineare con quelli dei device digitali attraverso l’utilizzo di metriche univoche e omogenee. Tuttavia, la Total Audience non è solo il punto d’arrivo, ma è anche il risultato di un percorso fatto di step evolutivi che hanno reso possibile tale innovazione e che nel corso del 2024 culmineranno nel suo completamento. Grazie agli sforzi tecnici e metodologici intrapresi dal JIC Auditel per assicurare la corretta raccolta, classificazione e somma di tutte le componenti di visione di un determinato contenuto televisivo, la Total Audience è oggi in grado di offrire agli editori una visione chiara e completa sui loro pubblici. A sottolineare l’assoluta centralità di questa misurazione sono stati recentemente i due principali broadcaster nazionali, Rai e Mediaset. Entrambi gli editori hanno infatti messo in evidenza il valore della Total Audience nel sistema televisivo contemporaneo identificandola come uno strumento imprescindibile per valutare appieno l’impatto e il successo della propria offerta. Durante l’incontro stampa tenutosi il 30 gennaio 2024 presso Mediaset, Federico Di Chio, direttore del marketing strategico del Gruppo, ha presentato i risultati d’ascolto del broadcaster commerciale relativi alla stagione 2023 mettendo in risalto l’importanza delle rilevazioni della Total Audience. Grazie all’implementazione di questo standard, nella scorsa stagione Mediaset ha registrato ascolti in crescita. Particolarmente significativa è stata l’audience incrementale fornita dalla fruizione digital su titoli come Temptation Island o Viola come il mare, la cui seconda stagione verrà infatti distribuita su Mediaset Infinity prima della sua messa in onda lineare. Inoltre, nel corso del suo intervento, Di Chio ha ripercorso gli step tecnici intrapresi da Auditel per il completamento della Total Audience evidenziando il valore aggiunto rappresentato dalla disponibilità (a partire dall’autunno 2024, secondo la roadmap illustrata durante la conferenza) di dati “ufficiali e totali” relativi alle campagne pubblicitarie. Analogamente, durante le conferenze stampa del Festival di Sanremo 2024, la direttrice del marketing Rai Roberta Lucca ha presentato i numeri record registrati dall’evento mettendo frequentemente in risalto la rilevanza della Total Audience come nuovo standard indispensabile per valutare e comunicare correttamente le performance di un programma. Secondo Lucca, con l’aumento esponenziale della fruizione digitale del Festival, risulta oggi essenziale fornire un dato d’ascolto che non si limiti più alla sola fruizione tradizionale del contenuto, ma che abbracci una prospettiva convergente in grado di sommare in maniera accurata le differenti componenti di visione dei vari target. (Carlotta Colacurcio)

Sanremo in numeri: edizione 2023 e attese per il 2024

A poche ore dall’inizio del 74° Festival di Sanremo, presentiamo i dati salienti dell’edizione 2023 in attesa di scoprire i nuovi risultati di quest’anno: il giudizio sull’andamento di questa edizione dipende infatti da un confronto ravvicinato con le performance dello scorso anno. Oltre al successo in ambito lineare, l’edizione 2023 dell’evento di intrattenimento per antonomasia della TV italiana ha registrato un forte incremento nella fruizione in streaming, confermando inoltre la sua capacità di generare interesse e ritualità attraverso i social. Gli ascolti lineari e lo streaming Sul versante del consumo televisivo tradizionale, l’edizione 2023 del Festival in onda su Rai1 dal 7 all’11 febbraio 2023 ha registrato ascolti elevati durante tutte le cinque serate dell’evento. Nella serata inaugurale l’ascolto medio (AMR) è stato di 10 milioni 758 mila, mentre per la finale, che è stata la serata più seguita dell’edizione, è stato raggiunto un picco di 12 milioni e 256 mila spettatori. La media complessiva di tutte le serate ha fatto registrare un ascolto complessivo (AMR) di 10,6 milioni di spettatori, per una share del 63,4%. Per avere subito una misura di come andrà l’edizione 2024 del Festival, è opportuno confrontare il dato di AMR della prima parte, quella più vista (lo scorso anno compresa fra le 21.18 e le 23.44): nel 2023, gli spettatori medi sono stati, in questa fascia, 14.170.000, per una share del 61,7%, con un platea generale dunque (TTV, ovvero le persone davanti al teleschermo) di 22.981.000 spettatori. Sono queste le soglie da tenere sott’occhio! Esplorando l’universo del consumo digital, nel 2023 Sanremo ha registrato numeri in forte crescita. Con 35,2 milioni di stream (LS) e 234,5 milioni di minuti consumati (TTS), il Festival è il contenuto unscripted targato Rai più visto in streaming nella stagione 2022-2023 (Fonte: elaborazione CeRTA su dati Sensemakers). Considerando il consumo digital in modalità live (simultaneo quindi alla messa in onda lineare), le visualizzazioni sono aumentate del 62% rispetto all’edizione 2022 e il tempo speso è cresciuto del 63%. Il notevole successo di ascolti digital non è si è limitato al consumo live, ma ha coinvolto anche la fruizione on demand (successiva alla messa in onda lineare). Rispetto al 2022, il volume delle visualizzazioni VOD è salito del 9% mentre il tempo speso è aumentato di ben il 46%, registrando un incremento in tutte le giornate. La centralità della smart TV Osservando gli ascolti on demand (VOD) suddivisi per device, i dati dell’edizione 2023 rilevati dalla Total Audience evidenziano un aumento significativo della fruizione da smart TV, in sintonia con la crescente penetrazione nelle case degli italiani di questi apparecchi. Ad esempio, la quota delle visualizzazioni (LS) relative alla prima serata del Festival provenienti da smart TV è passata da 12% nel 2022 a 30% nel 2023, mentre per la finale del 2023 la fruizione on demand da smart TV è aumentata del 18% rispetto all’anno precedente. La crescita del consumo non lineare tramite il televisore domestico è ancora più evidente se si considera il tempo speso: le smart TV hanno superato gli smartphone e sono state il dispositivo su cui si è guardato per più tempo il Festival. La presenza multi-piattaforma Estendendo l’analisi alle piattaforme social, i video di Sanremo 2023 pubblicati dagli account ufficiali di Rai tra il 7 e il 12 febbraio 2023 hanno registrato volumi di visualizzazioni considerevoli, con TikTok in testa con 115 milioni e 69 mila video views. Confrontando il dato video views di ciascuna piattaforma con gli stream VOD erogati su RaiPlay nello stesso periodo, è interessante osservare come il volume di visualizzazioni registrato sui social superi di gran lunga quello del servizio BVOD dell’editore: ad esempio, le visualizzazioni dei contenuti su Sanremo pubblicati su TikTok superano di quasi quattro volte quelle di RaiPlay, mentre su YouTube sono più del doppio rispetto agli stream di RaiPlay. Nel ranking dei dieci brand Rai più capaci di generare engagement sui social nella stagione televisiva 2022-2023, il Festival di Sanremo occupa il secondo posto con 24,4 milioni di interazioni totali. Instagram è stata la piattaforma più performante con circa 12,8 milioni di interazioni, seguita da TikTok, dove l’apertura ufficiale del profilo a poche settimane dall’inizio dell’evento ha prodotto più di 7,6 milioni interazioni. Su Facebook invece le interazioni sono state circa 3,5 milioni (Fonte: Elaborazioni CeRTA su dati Comscore). (Carlotta Colacurcio)

Fenomeno Mare Fuori, i numeri del boom in streaming  

In un contesto caratterizzato dalla crescita sostenuta del consumo in streaming dei contenuti dei broadcaster (analizzata nell’Annuario TV del 2023, consultabile nella sezione Pubblicazioni), la fiction Mare Fuori ha rappresentato indubbiamente il caso della stagione 2022-2023. Rilasciata in anteprima su RaiPlay il 1°febbraio 2023, la terza stagione del teen drama di culto targato Rai ha sperimentato un successo senza precedenti: con 163 milioni di stream e 4,3 miliardi di minuti visti, il titolo ha conquistato il primo posto nella classifica dei programmi Rai più visti in streaming nella precedente stagione televisiva (Fonte: Sensemakers). Questo straordinario risultato è stato ulteriormente amplificato dalla sua forte presa sui social media, nonché dagli effetti positivi derivanti dagli accordi distributivi tra Rai e Netflix. In occasione del debutto su RaiPlay dell’attesissima nuova stagione (i primi sei episodi di Mare Fuori 4 sono disponibili in streaming dalla mezzanotte del 1°febbraio 2024, e i primi dati confermano un successo ancora maggiore: oltre 300mila spettatori medi nelle primissime ore dalla distribuzione per il primo episodio), ripercorriamo a un anno di distanza gli esiti della terza stagione di questo fenomeno seriale, in attesa di scoprire i nuovi dati che emergeranno con la recente pubblicazione del quarto capitolo.   Boom di traffico su RaiPlay a febbraio 2023In termini di ascolti digitali, il 31 gennaio 2023 la quota di Rai sul totale delle visualizzazioni (LS) conteggiate tra tutti gli editori rilevati dalla Total Audience era del 14%. Questo indicatore ha registrato un significativo aumento a un giorno dalla pubblicazione dei primi sei episodi del terzo capitolo della fiction, raggiungendo il 25% il 2 febbraio, per poi salire ulteriormente al 39% una settimana dopo (8 febbraio) grazie anche al contributo del Festival di Sanremo. Guardando al tempo speso (TTS), l’impatto determinante di Mare Fuori sui volumi di consumo digital registrati da RaiPlay risulta ancora più evidente: tra il 31 gennaio e il 1° febbraio 2023 la quota di Rai è passata dal 40% al 67%. Inoltre, nel giorno della pubblicazione dei restanti sei episodi il 13 febbraio, il peso di Rai sul totale delle ore consumate tra tutti gli editori rilevati era pari al 64%. Il contenuto Rai più visto in streaming Guardando alla classifica dei contenuti più visti su RaiPlay nel periodo 1-13 febbraio 2023, si nota come 13 posizioni su 15 del ranking sono occupate da Mare Fuori. Significativo come il primo episodio della terza stagione, che occupa il primo posto in classifica, abbia registrato un numero di stream superiore di oltre sette volte rispetto alla finale del Festival di Sanremo. Inoltre, il tempo consumato per questo episodio (oltre 126 milioni di minuti) è stato più di quattro volte superiore a quello della serata conclusiva della kermesse musicale (circa 29 milioni di minuti).    La strategia digital-first e gli accordi con NetflixIl boom di ascolti in streaming registrato con l’inedito rilascio digital-first della terza stagione è stato ulteriormente favorito dall’accordo distributivo con Netflix, che ha contribuito ad aumentare la popolarità della serie e a sancire il suo successo multipiattaforma. La pubblicazione dei primi due capitoli della fiction su Netflix a giugno 2022 e l’utilizzo di RaiPlay come prima finestra distributiva per la terza stagione ha infatti rappresentato un esempio vincente delle opportunità offerte da strategie distributive innovative e dalla collaborazione tra broadcaster e grandi piattaforme digitali. Basti pensare che nella settimana tra il 30 gennaio e il 5 febbraio 2023, mentre i nuovi episodi facevano registrare numeri da record su RaiPlay, le prime due stagioni della fiction sono tornate a occupare il primo e il terzo posto nella classifica dei titoli più visti su Netflix in Italia.   Fenomeno anche sui socialAnalizzando il successo della serie sui social media, tra il 1°febbraio (giorno di rilascio dei primi sei episodi della terza stagione) e il 16 febbraio 2023 gli account ufficiali di Mare Fuori su Instagram e TikTok hanno raccolto complessivamente 1,1 milioni di interazioni e quasi 30 mila interazioni per singolo post.  Questa notevole performance ha posizionato la fiction al quinto posto nella classifica dei programmi TV più attivi sui social. Estendendo il perimetro d’analisi alle pagine pubbliche che hanno citato Mare Fuori nel periodo 1 gennaio-13 febbraio 2023, gli account che hanno generato più interazioni sul tema sono Webboh, brand di Mondadori dedicato alla GenZ, e ScuolaZoo, anch’esso rivolto ai target più giovani, in grado entrambi di avvicinarsi ai volumi dei profili ufficiali della serie TV.  (Carlotta Colacurcio)

Australian Open da record in TV e sui social 

Jannik Sinner fa riscoprire il valore del tennis anche per i canali televisivi. La finale dell’Australian Open fa infatti volare gli ascolti mattutini di Eurosport (canale del gruppo WarnerBros Discovery) la domenica mattina: 1,9 milioni gli spettatori medi, con oltre 4,5 milioni di contatti, e una share del 17,6%.   In ambito social, tra il 7 gennaio e il 28 gennaio 2024 sono state più di 500 le property italiane che hanno pubblicato contenuti inerenti alla manifestazione sportiva. Analizzando il conversato dei primi 5000 contenuti per numero di interazioni, tali contenuti hanno generato oltre 24 milioni di action mentre le visualizzazioni video sono state più di 43 milioni.   Facebook è la piattaforma che ha ospitato il maggior numero di pubblicazioni (rappresentando il 46% del totale delle pubblicazioni inerenti all’evento), seguita da Instagram, X, TikTok e YouTube. Tuttavia, se consideriamo il coinvolgimento degli utenti, Instagram è in posizione dominante con un peso pari al 75% dell’engagement complessivo. Sul fronte delle video views, più della metà delle visualizzazioni di contenuti video legati alla manifestazione proviene da TikTok.   Eurosport, il canale sportivo pay del gruppo WarnerBros Discovery che ha trasmesso il torneo in esclusiva registrando un record storico di ascolti, si è posizionato con successo anche sui social. Con oltre 1,000 post contenenti l’hashtag dell’evento e 7 milioni di interazioni, l’account ufficiale di Eurosport occupa la prima posizione nella classifica dei media italiani con maggior engagement social, seguito da Sky Sport (3,6 milioni di interazioni) e Gazzetta dello Sport (1,3 milioni di interazioni).    Analizzando l’andamento delle interazioni, i contenuti a tema Australian Open mostrano un engagement pressoché costante per tutta la durata dell’evento. Sinner, invece, diviene protagonista nella parte conclusiva del torneo, in particolare con la vittoria del 26 gennaio contro Djokovic e nella giornata del 28 gennaio con il suo trionfo nella finale.   Fonte dati social: Comscore Shareablee, periodo di analisi 7-28 gennaio 2024.  

Presentato a Roma l’Annuario 2023 della TV italiana

SINTESI DI 20MIN DEL CONVEGNO DI PRESENTAZIONE DELL’ANNUARIO TV 2023 Venerdì 15 dicembre è stata presentata a Roma presso l’Università Luiss Guido Carli l’edizione 2023 dell’Annuario della Televisione Italiana, Televisione Resiliente. Il Broadcasting 70 anni dopo, realizzato da Ce.R.T.A con il patrocinio di AGCOM e in collaborazione con Auditel, APA (Associazione Produttori Audiovisivi), Comscore, Confindustria Radio Televisioni, eMedia, Nielsen, Sensemakers, UPA (Utenti Pubblicità Associati). Sono intervenuti, tra gli altri: Prof. Giacomo Lasorella (AGCOM), Alessandro Araimo (WarnerBros. Discovery Italia&Iberia), Marco Ghigliani (La7), Giampaolo Rossi (RAI), Chiara Sbarigia (APA) e Gina Nieri (Mediaset); con loro il Direttore del Ce.R.T.A Prof. Massimo Scaglioni, il Prof. Aldo Grasso, e Fabrizio Angelini, AD Sensemakers. Di seguito è disponibile la registrazione integrale dell’incontro

Annuario TV 2023

Evento di presentazione dell’Annuario 2023 della televisione italiana

Venerdì 15 dicembre 2023 alle ore 10:30 presso l’aula The Dome dell’Università Luiss Guido Carli di Roma si terrà l’evento “Innovazione e resilienza: la centralità della televisione nel nuovo scenario dei media digitali” dedicato alla presentazione in anteprima dell’Annuario 2023 della TV italiana. Dopo i saluti istituzionali del Presidente dell’Università Luiss Guido Carli Luigi Gubitosi e l’introduzione del Presidente AGCOM Prof. Giacomo Lasorella, il workshop vedrà gli interventi del Prof. Aldo Grasso, fondatore del Ce.R.T.A., del Prof. Massimo Scaglioni, direttore del Ce.R.T.A., e di Fabrizio Angelini, Amministratore Delegato Sensemakers, che illustreranno e commenteranno le tendenze che emergono dall’Annuario 2023 intitolato Televisione Resiliente. Il broadcasting 70 anni dopo.  Seguirà una tavola rotonda moderata dal Prof. Massimo Scaglioni incentrata sui temi di innovazione e resilienza del comparto televisivo, nonché sulle sfide future per i broadcaster nel contesto del nuovo ecosistema caratterizzato dalla sempre più marcata convergenza fra TV e rete. Parteciperanno alla discussione: Alessandro Araimo (Executive Vice President & Managing Director Warner Bros. Discovery Italy & Iberia), Marco Ghigliani (Amministratore Delegato La7), Gina Nieri (Consigliere di Amministrazione Mediaset), Giampaolo Rossi (Direttore Generale RAI – Radiotelevisione Italiana), Chiara Sbarigia (Presidente APA – Associazione Produttori Audiovisivi).  La ricerca alla base del progetto Annuario della TV – inaugurato nel 2021 con un’edizione dedicata al rapporto tra televisione e pandemia e proseguita nel 2022 con il volume Total TV – è diretta dal Prof. Massimo Scaglioni ed è realizzata dal Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)in collaborazione con partner di primaria importanza del settore a livello nazionale, come Auditel, APA – Associazione Produttori Audiovisivi, Confindustria Radio Televisioni, eMedia, Nielsen, Sensemakers, UPA – Utenti Pubblicità Associati. Questo sforzo di analisi ha ottenuto per l’edizione 2023 il prestigioso riconoscimento del patrocinio AGCOM e, grazie alla sinergia con l’azienda Sensemakers, dal 2024 vivrà anche all’interno di questo sito web, che si affiancherà all’ormai abituale volume cartaceo per offrire stimoli, metodi e temi di riflessione per uno sviluppo sostenibile della nostra industria mediale. L’evento è in programma per venerdì 15 dicembre 2023 alle ore 10:30 presso l’aula The Dome dell’Università Luiss Guido Carli – Viale Romania 32, Roma. Per motivi organizzativi è richiesto a chi desidera partecipare la propria conferma all’indirizzo email: certa-sensemakers@sensemakers.it

La permanenza del broadcasting 70 anni dopo

Una stagione di assestamento, un nuovo equilibrio. È questo il segnale più evidente che sembra emergere dai dati dell’Annuario 2023, quello che arriva a lambire, all’inizio del nuovo anno, il settantesimo anniversario delle trasmissioni regolari in Italia. Allora, il 3 gennaio del 1954, nasceva il broadcasting televisivo nazionale, sull’esperienza trentennale di quello radiofonico. Settant’anni dopo, nell’annualità 2022-2023 (settembre ‘22 – agosto ‘23), il broadcasting televisivo sembra aver raggiunto una fase di assestamento dopo una di inedita e dinamica mutazione. Lo si segnalava con chiarezza nell’Annuario 2022, intitolato non a caso “Total TV”: dopo il periodo di forte accelerazione legata anche alla pandemia, oltre che al “secondo switch off ” che ha esteso fortemente la presenza dei televisori connessi nelle case degli, la Total Tv si caratterizza per una stabile e simbiotica convivenza fra broadcasting tradizionale e piattaforme di streaming che puntano sulla flessibilità e la personalizzazione del consumo in assenza del palinsesto. Se sul piano dell’offerta la convivenza fra broadcasting e streaming diventa sempre più marcata ed accessibile grazie alle Smart TV, l’annualità 2022-2023 inizia a settembre con quella che possiamo definire una vera e pro pria cartina di tornasole del nuovo assetto dell’industria. Dal 2 maggio 2022, infatti, Auditel realizza in Italia un fondamentale passo nella direzione della chiarezza e della trasparenza della misurazione consegnata al mercato: lo scorporo dal computo della misurazione generale di tutti quegli ascolti cosiddetti “non riconosciuti”, che non sono cioè attribuibili ad alcuna delle reti lineari censite. Tecnicamente la misurazione dell’ascolto “non riconosciuto” sancisce ufficialmente la nascita della Total TV, ovvero la convivenza sul televisore domestico di consumi che eccedono il broadcasting lineare nato settant’anni prima: si tratta di consumi compositi, che comprendono gli utilizzi di device esterni come consolle di gioco o dvd/blu-ray player, browsing di contenuti online e, ovviamente, gli ascolti riconducili alle piattaforme OTT che non hanno ancora richiesto una misurazione comparabile (dunque, in particolare, tutti gli attori SVOD, come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, Paramount+…). Con la partenza dell’annualità dunque, nel settembre del 2022, sono stati resi disponibili da Auditel due panieri di ascolto: quelli del “Totale TV”, ovvero di tutti gli ascolti “riconosciuti” e attribuibili alle reti nazionali generaliste e multichannel, compresi i canali satellitari e a pagamento; e quelli “non riconosciuti”, che danno per la prima volta una misurazione esatta anche delle piattaforme (sebbene senza distinzioni fra singoli player). Per l’intera annualità 2022-23, dunque, è stato possibile misurare i rapporti di forza fra ascolti “riconosciuti” (il broadcasting) e “non riconosciuti”. Come si può osservare dal grafico, l’ascolto “non riconosciuto” oscilla, nell’annualità, da un minimo del 16% dell’ascolto complessivo (a ottobre ’22) a un massimo del 18% (per esempio a dicembre ’22, e poi a gennaio e marzo ’23). Con le sue classiche stagionalità, il broadcasting delle reti tradizionali lineari, così come si è andato definendo dopo la fase di approdo all’ “abbondanza” seguita al “primo switch off ” del 2012, mostra una sostanziale forza resiliente. Settant’anni dopo, il consumo domestico che passa attraverso il televisore (Smart o, ancora, di vecchia generazione) è per oltre l’80% rappresentato dai canali lineari, con un ascolto medio giornaliero (AMR) che oscilla da 7,2 milioni di individui (giugno 2023) a quasi nove milioni di individui (febbraio 2023, in coincidenza con l’iper-consumo del Festival di Sanremo). Nel nuovo scenario andato assestandosi, nel contesto della Total TV caratterizzata dalla convivenza di broadcasting e streaming, la Tv lineare acquisisce lo status di una TV resiliente.

Unscripted: la spina dorsale del broadcasting

Nell’Annuario 2023 si trova, come di consueto, una dettagliata analisi sull’andamento dell’offerta e della produzione unscripted nel corso dell’annualità, che è frutto della ormai consolidata collaborazione fra CeRTA e APA (Associazione Produttori Audiovisivi). L’unscripted – che sarebbe riduttivo confinare al solo “intrattenimento”, ma che comprende una varietà di generi ormai chiaramente classificati secondo lo standard CeRTA, che prova a superare le difficoltà di “codificazione” dei prodotti che avviene, nell’industria, secondo modelli interni a singoli broadcaster e, dunque, difficilmente confrontabili – costituisce la spina dorsale dell’offerta audiovisiva delle reti lineari e, in misura crescente nel corso degli ultimi anni, anche degli operatori OTT. Le ore di prodotto originale unscripted, misurate sul cosiddetto first run (ovvero al netto delle repliche), costituiscono una delle ragioni fondamentali della persistente popolarità e “resilienza” della televisione. L’unscripted svolge infatti innumerevoli funzioni che rappresentano il punto di forza e di attrattività dello schermo domestico lungo varie direttrici: i prodotti di intrattenimento sono in grado di generare “eventi” ma costituiscono, al contempo, il basso continuo “estensivo” (ovvero generativo di coperture estese in termini orari) della programmazione, non solo del prime time: se consideriamo le produzioni originali unscripted delle reti commissioner (ovvero dei canali che realizzano contenuti originali) e anche delle piattaforme OTT, nell’annualità 2022-23 sono state realizzate 17.200 ore di intrattenimento, quasi duemila ore al mese, segno di una particolare vitalità del mezzo in termini di offerta originale.  L’unscripted realizzato per le reti lineari – che registra un incremento del 7% rispetto all’Annuario 2022 – continua dunque a rappresentare il fulcro dell’offerta, sebbene gli investimenti su questo comparto crescano in modo relativo nel corso degli anni. Una “crescita lenta” negli investimenti che sembra riflettersi nella dinamica di incremento dei contenuti rilevata quest’anno: sulle reti lineari, infatti, si segnala una forte ripresa nel numero delle ore prodotte (+7% rispetto alla scorsa annualità), ma un lieve calo nel numero dei titoli (-3%): insomma, all’intrattenimento si chiede di costituire la colonna portante dell’offerta delle reti grazie a un ampliamento delle durate, a (quasi) parità di investimenti. La riduzione del numero di titoli realizzati riguarda in particolare la cosiddetta “produzione interna” ai broadcaster, ovvero quella che non vede coinvolta una società di produzione indipendente. Sul versante della produzione indipendente di intrattenimento i segnali sono invece tutti positivi, a testimonianza della vitalità del rapporto di commissioning: la produzione indipendente unscripted cresce infatti rispetto allo scorso anno sia nel numero di titoli (+4%) sia, soprattutto, nelle ore realizzate in quasi tutte le fasce orarie (+19%), sebbene lo specifico delle case di produzione resti ovviamente il prime time, ove si concentrano i maggiori investimenti (e, naturalmente, le audience più numerose). La produzione indipendente si conferma particolarmente vitale per le reti generaliste, quelle che producono in assoluto più contenuti, anche destinati ai pubblici più ampi (+14% rispetto all’annualità 2021-2022). Un po’ meno positivo appare, invece, lo scenario dell’offerta multichannel, composta da tutte le reti attive nella produzione di contenuto originale oltre alle prime sette reti del LCN (o del telecomando): in questo caso il dato positivo, seppur risicato, riguarda solo le ore realizzate (+2% rispetto alla scorsa annualità), ma non il numero di titoli (che si restringono di un -10%). E veniamo al vero oggetto di attenzione di questi ultimi anni, la produzione originale unscripted delle piattaforme OTT. Sul versante degli streamer sembra acquisita la consapevolezza che solamente il prodotto originale, anche di produzione nazionale, consenta di costruire una relazione durevole con sottoscrittori e, più in generale, spettatori (anche alla luce della maggiore varietà dei modelli di business, che iniziano a includere la raccolta pubblicitaria). L’annualità 2022-2023 segnala, sotto questo punto di vista, un doppio semaforo verde per gli streamer: aumentano sia i titoli destinati alle piattaforme (+22% rispetto alla scorsa annualità) sia le ore di prodotto (+5%), con particolare vitalità della produzione indipendente (+24% nel numero di titoli, +30% nelle ore prodotte). La ragione di questa crescita, che porta l’intrattenimento originale delle piattaforme a raggiungere 355 ore di prodotto nel corso dell’anno, per quasi un centinaio di titoli (96 per la precisione), è duplice. Da un lato, anche quest’anno il panorama dei soggetti attivi nel commissioning è cresciuto: si accendono infatti “nuovi” player, ovvero soggetti che decidono di investire in produzioni originali di intrattenimento, come il neonato Paramount+ e, per la prima volta, Now. C’è poi la costante crescita di soggetti già attivi da alcuni anni, come Amazon Prime Video (+123% rispetto alla stagione precedente) e RaiPlay (per i contenuti digital only, +34%). Il volume orario degli streamer migliora comunque per quasi tutti i player. Certamente, il modello produttivo OTT si differenzia enormemente da quello delle reti lineari, che devono coprire ampie fasce di palinsesto con prodotti molto differenziati dal punto di vista degli investimenti (si oscilla da prodotti unscripted che costano poche decine di migliaia di euro per ora a prodotti dagli investimenti dieci volte più ampi). Sebbene con grande cautela, testimoniata dal volume complessivo che rimane certamente limitato (poco più di 350 ore di intrattenimento originale), la produzione unscripted OTT fa dunque qualche piccolo ma significativo passo in avanti. L’analisi dei generi che sostanziano l’offerta ci permette di comprendere bene la varietà di funzioni svolte dall’unscripted per i diversi modelli che abbiamo citato, che restano piuttosto bene differenziati sul piano quantitativo e qualitativo: le sette reti lineari generaliste, le reti lineari del panorama allargato multichannel, e le piattaforme VOD. Vero protagonista per la sua dinamicità dimostrata in questi anni, il Docu – nelle sue varie declinazioni – esonda dagli spazi delle piattaforme per approdare più decisamente sulle reti generaliste (con una forte crescita in termini di titoli, quasi sessanta). Complessivamente il Docu si conferma il genere “intensivo” per eccellenza: produce oltre duecento titoli, sebbene risulti molto più limitato in termini di ore. Sul piano estensivo, specie per le reti generaliste, dominano i generi in grado di coprire ampie ore del palinsesto: in primis il Talk (oltre 3500 ore di prodotto), l’Infotainment (quasi 3500 ore) e il Magazine (in crescita con oltre tremila ore). L’altra tendenza rilevante riguarda – in una direzione in …

Unscripted: la spina dorsale del broadcasting Leggi altro »