Annuario TV

UEFA Champions League 2024-2025: i dati di ascolto delle partite in chiaro

Con il trionfo del Paris Saint-Germain ai danni dell’Inter si è conclusa lo scorso 31 maggio la Champions League 2024/25; un’edizione caratterizzata da una serie di novità sia a livello di formato organizzativo che di copertura televisiva, con meccanismi di distribuzione e messa in onda delle partite che, almeno per quanto riguarda il contesto italiano, hanno visto alcuni cambiamenti significativi rispetto alle stagioni più recenti. La formula “monstre” a 36 squadre, con l’abolizione dei gironi di qualificazione e un unico raggruppamento in cui ciascuna squadra ha dovuto affrontare otto rivali diverse, con tanto di spareggi playoff tra i club classificati tra la nona e la ventiquattresima posizione, ha generato un incremento nel numero di match complessivi: 203 da settembre alla finale di Monaco di Baviera. Cinque i club italiani coinvolti (Inter, Milan, Juventus, Atalanta e la novità Bologna), con un potenziale di attenzione ancora più elevato rispetto al passato.

La spartizione dei diritti televisivi

A consentire a tifosi e appassionati italiani di seguire la principale competizione calcistica continentale è stata ancora una volta Sky, che ha acquisito i diritti in esclusiva di 185 partite su 203 (fino alla stagione 2026/27), garantendo anche la distribuzione di 17 match in chiaro tramite il canale TV8, dopo che nelle ultime stagioni tale funzione era stata svolta da Mediaset. Come già avviene dalla stagione 2021/22, inoltre, Amazon Prime Video ha ottenuto l’esclusiva per i migliori match del mercoledì privilegiando – in particolare nella fase del campionato iniziale – i club italiani (quattro volte l’Inter, tre la Juventus e una sola il Milan).

Nella seconda fase della Champions League, quella in cui si è entrati nel vivo con gli scontri a eliminazione diretta, si è poi assistito a un’ulteriore novità distributiva, dovuta principalmente all’avanzamento dell’Inter fino all’atto conclusivo; una delibera Agcom (la 131/12/CONS) stabilisce, infatti, un elenco di eventi sportivi che per la loro particolare rilevanza devono essere obbligatoriamente trasmessi in chiaro. Tra questi anche le semifinali di Champions League qualora sia impegnato un club italiano. In ottemperanza a tale disposizione (che peraltro è in via di aggiornamento e prevede l’inserimento di altri eventi e discipline), la semifinale di andata tra Barcellona e Inter del 30 aprile (un mercoledì) ha dovuto per legge “uscire” dal recinto protetto di Amazon Prime Video per approdare in free-to-air: un accordo tra la piattaforma e WarnerBros. Discovery ha consentito la messa in onda su Nove, pur mantenendo telecronaca e confezione giornalistica del colosso streaming. La gara di ritorno (6 maggio, un martedì) è, invece, stata trasmessa da TV8 come tutti gli altri match in chiaro distribuiti nell’arco della stagione.

Facendo riferimento ai dati di Total audience fornitici da Sensemakers, proponiamo di seguito alcune evidenze emerse dall’edizione appena terminata.

Dalla fase campionato alla finale: i dieci match più seguiti

Delle 18 partite trasmesse in chiaro 9 hanno registrato un ascolto medio pari ad almeno un milione di spettatori; solo due match – entrambi, peraltro, già della fase a eliminazione diretta – si sono invece fermati al di sotto dei 500.000 spettatori medi. Durante le 8 partite in chiaro della fase campionato, svoltasi tra settembre e gennaio, l’AMR ha oscillato tra un minimo di circa 630.000 ascoltatori medi per PSG – Girona, primo match a essere trasmesso in chiaro, e un picco di oltre un milione per lo scontro tra Liverpool e Real Madrid. Il dato di share ha invece oscillato tra il 3%, registrato da Manchester City – Club Brugge, e il 6% ottenuto proprio da Liverpool – Real Madrid. Tra i 10 incontri della fase a eliminazione diretta trasmessi in chiaro figurano, come anticipato, i due match meno seguiti dell’edizione: si tratta dell’ottavo di finale tra Arsenal e PSV Eindhoven (AMR 458.588, SH 2%) e dello spareggio tra Celtic e Bayern Monaco (AMR 404.681, 2%), penalizzato dalla concomitanza con la seconda serata del Festival di Sanremo. Come prevedibile, tuttavia, le fasi finali del torneo hanno generalmente coinciso con un ampliamento del pubblico, complice anche il coinvolgimento dell’Inter. Riportiamo nella tabella sottostante la classifica dei dieci incontri con ascolto medio più elevato dell’edizione (lo standard utilizzato è quello della Total Audience di programma).

*fonte dati: Sensemakers.

I dati relativi alla composizione dell’audience evidenziano, in linea con le attese, la presenza maggioritaria di pubblico maschile: nelle tre partite conclusive questo ha rappresentato più del 60% della platea, toccando il 68% nella combattuta semifinale di ritorno. Per quel che concerne, invece, la stratificazione del pubblico in termini di età, si conferma nuovamente il peso del segmento 65+, che tra semifinali e finale ha contribuito per il 27% ai consumi totali. Complessivamente, gli ultimi tre incontri della Champions League sono stati seguiti da un pubblico costituito per il 65% da spettatori con almeno 45 anni di età.

I consumi da small screen

Considerando l’apporto garantito dagli ascolti tramite gli small screen connessi, in 8 tra i 18 match considerati questo ha pesato meno dell’1%. Emerge, in particolare, il netto divario tra le due semifinali tra Inter e Barcellona: laddove il match di andata, trasmesso sul Nove e terminato entro i 90 minuti regolamentari, ha raccolto quasi il 100% degli ascolti sullo schermo televisivo, la partita di ritorno su TV8 – protrattasi fino ai tempi supplementari – si è distinta per l’importante contributo degli small screen (AMR 262.134), pari al 4,4% dei consumi totali. In valori assoluti la semifinale di ritorno si posiziona, su questa metrica, alle spalle solo della finale: questa ha totalizzato un ascolto medio da small screen pari di 284.988 spettatori, il 48% dei quali connessi da smartphone. Anche in questo caso, proponiamo una classifica degli incontri che hanno registrato la quota più ingente di ascolto small screen sul totale dell’AMR in Total Audience.

*fonte dati: Sensemakers.

La prima finale di Champions League su TV8

In prospettiva storica è importante ricordare che la finale del 31 maggio è stata la prima a essere trasmessa in chiaro da un editore diverso da Rai e Mediaset. Il passaggio di PSG – Inter su TV8, il canale in chiaro di Sky, ha sancito la fine di un’alternanza tra i due maggiori broadcaster del paese che ha caratterizzato tutte le finali del torneo rilevate da Auditel, a partire da quella del 1987. Concentrandoci sulle sole finali disputate da squadre italiane nell’era Auditel (partendo, quindi, da Milan – Steaua Bucarest del 1989), queste sono state trasmesse in 8 occasioni da Rai 1, mentre Mediaset ha trasmesso per 7 volte la finale su Canale 5 e solo in un caso su Italia 1 (si tratta di Milan – Ajax del 1995)[1].

Come più volte sottolineato, le novità metodologiche introdotte da Auditel nell’ultimo biennio – ci riferiamo alla riconfigurazione del Totale TV e al lancio della Total Audience – impongono una particolare cautela nel confronto con i dati di annualità precedenti. Tuttavia, contestualizzando il dato registrato dalla finale di quest’anno, è importante sottolineare due aspetti. Da una parte, è opportuno segnalare un parziale e graduale ridimensionamento degli ascolti registrati dalla Champions League, osservabile risalendo fino al 2005 (Milan – Liverpool, su Canale 5): dopo i valori elevatissimi toccati negli anni Novanta e culminati con il record della finale del 2003 tra Milan e Juventus (Canale 5, AMR 20.1 e SH 67%), negli anni successivi i dati si assestano nel range tra gli 11.5 e i 13 milioni di spettatori medi.

D’altra parte, però, è interessante notare che solo due anni fa – in un panorama televisivo sostanzialmente analogo a quello odierno – una finale sempre con protagonista l’Inter, poi sconfitta dal Manchester City, aveva totalizzato su Canale 5 un AMR di 8.869.000, per il 45,6% di share. Pur trattandosi della prima finale di Champions League disputata da una squadra italiana a scendere sotto la soglia dei 10 milioni di ascolto medio, la partita del 2023 tra Inter e Manchester City mantiene quindi un significativo margine di vantaggio sullo scontro tra PSG e Inter trasmesso da TV8. Sui 6.7 milioni della finale di alcuni giorni fa – a cui si aggiungono circa 1.7 milioni provenienti dai canali a pagamento di Sky – pesa, in conclusione, una tendenza ormai decennale, che va a sommarsi allo spostamento del match su TV8. Per il canale si tratta, naturalmente, di un dato molto positivo, sulla base del quale saranno valutati i risultati della prossima Champions League: l’edizione 2025-2026 – che, tra le italiane, vedrà impegnate Napoli, Inter, Atalanta e Juventus – si atterrà infatti a una formula distributiva analoga e TV8 sarà ancora una volta il canale di riferimento per le partite in chiaro.


[1] Per una panoramica di tutte le finali di Champions League disputate da squadre italiane e misurate da Auditel rimandiamo al volume L’Italia secondo Auditel (2024, Il Mulino, a cura di Massimo Scaglioni), p.72.

(Paolo Carelli e Giovanni Ceccatelli)

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