Una stagione che segna il consolidamento delle tendenze rilevate nella “televisione della pandemia” (Annuario 2021): così si possono leggere i dati complessivi relativi al consumo di contenuti in streaming, attra- verso device connessi, come smartphone, pc, tablet e Smart TV. Dopo il periodo di forte crescita, nel passaggio dalla stagione 2019- 20 alla stagione 2020-21 (con un incremento del 26% in termine di stream erogati, o LS – legitimate stream, e del 67% in termini di tempo speso), l’annualità 2021-22 conferma un assestamento. Il ricorso allo streaming per consumare contenuti televisivi (ovvero prodotti e distribuiti dai broadcaster), sia live che on demand, fa sempre più parte delle abitudini condivise degli italiani.
Sul piano degli stream erogati (LS), gli anni della pandemia hanno visto un balzo da 9,22 miliardi di stream a 11,6 miliardi (settembre 2019-maggio 2020 vs settembre 2020-maggio 2021). Nell’annualità corrente, il numero complessivo degli stream erogati è rimasto costante, attestandosi a 11,6 miliardi, con un andamento mensile che, come si vedrà (cfr. CAP. 8.2) ricalca la tipica stagionalità dell’offerta televisiva.
Il dato evidenzia però una rilevante crescita sul piano del tempo speso. In poco più di due anni, infatti, il tempo speso consumando contenuti televisivi in streaming è quasi raddoppiato, passando da oltre 472 milioni di ore (annualità 2019-20) a più di 843 milioni di ore (annualità 2021-22). L’incremento più importante è avvenuto, ancora una volta, durante i mesi della pandemia e dei lockdown (+67%), ma anche nell’ultima stagione si è assistito a una crescita del 7% (più di 50 milioni di ore in più nel periodo compreso fra settembre 2021 e maggio 2022, rispetto al periodo omogeneo degli anni 2020/2021).
Particolarmente interessante, dunque, l’incremento ulteriore del tempo speso: nell’annualità 2021-22 viene superata abbondantemente la soglia dei 3 milioni di ore medie al giorno di consumo di contenuto televisivo in streaming (precisamente 3.122.000 ore), rispetto a una media della stagione precedente di poco più di 2,9 milioni. Non crescono, dunque, tanto i singoli contenuti visti (LS), ma aumenta il tempo che i fruitori passano davanti ai loro device. Questo dato conferma la maggiore familiarità degli italiani con lo streaming, e l’abitudine a consumare contenuti più lunghi, o più lungamente. In sostanza, attraverso il passaggio della pandemia, l’abitudine a questo tipo di consumo si fa più diffuso e familiare. Insomma, il consumo tradizionale (lineare, attraverso il device televisivo) e quello misurato dalla Total Audience (non lineare, attraverso device connessi in rete) diventano sempre più complementari, e l’uno rinforza l’altro.