Dal nuovo Engagement Report rilasciato da Netflix qualche giorno fa (qui il comunicato stampa), emerge come più della metà delle ore viste sulla piattaforma tra luglio e dicembre 2024 provenga da titoli prodotti negli Stati Uniti d’America. Nonostante la dichiarata attenzione del gruppo ai contenuti locali, le serie e i film americani – secondo un’analisi di CeRTA per AnnuariodellaTV sulle informazioni rilasciate da FlixPatrol* (che sta assegnando, nella classifica a questo link, ad ogni titolo la relativa nazionalità) – compongono il 59,7% delle ore viste dagli utenti dello streamer a livello mondiale. Gli abbonati – almeno stando ai dati di prima parte (e quindi non verificabili) comunicati da Netflix – continuano a prediligere le produzioni hollywoodiane e se è vero che al primo posto svetta il successo sudcoreano di Squid Games, ben 18 tra i primi 20 contenuti (serie e film) per numero di views rimangono statunitensi. Un fenomeno che, comunque, non deve sorprendere, se si considera che, come rilevato dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, solo nel nostro continente – che ha una delle regolamentazioni più restrittive in fatto di promozione dei contenuti locali – i titoli realizzati in UE abbiano assorbito nel 2023 solamente il 30% del tempo di visione all’interno dei cataloghi. D’altronde, questo squilibrio non è nuovo: si riscontra da decenni anche nel cinema, dove la quota di mercato al box office europeo delle produzioni statunitensi si attesta tradizionalmente intorno al 60%. Il dato USA di Netflix fa comunque riflettere – soprattutto se sommato a quello di altri Paesi di lingua inglese come Regno Unito (5,3%) e Canada (1,5%) – e dimostra ancora una volta lo strapotere del mondo anglosassone nel costruire i cataloghi a propria immagine e somiglianza e nell’orientare le scelte di visione del pubblico globale.

America First, Far East second
Sempre incrociando i dati Netflix con quelli di FlixPatrol, è possibile costruire una classifica provvisoria dei Paesi in base alle ore viste dei loro contenuti. Se Netflix pone l’America first, al secondo e al terzo posto – anche se a debita distanza – si collocano Sud Corea (con Squid Games e la commedia romantica Love next door) e il Giappone (con la sua industria di anime, quali Dan Dan Dan e Demon Slayer) i quali raggiungono, rispettivamente, una quota pari all’8,9% e al 5,4% del totale orario. Seguono Regno Unito (5,3%) e Spagna (2,4%) che, grazie al medical drama Breathless, all’ottava stagione di Elite e ad un bacino linguistico che attinge per gran parte dall’America Latina, risulta il primo tra i Paesi dell’Unione Europea. Nella parte alta del ranking, ma probabilmente ancora sottorappresentati, vi sono poi alcuni Paesi del Sud globale, come il Messico (1,9%), l’India e la Colombia (entrambe attorno all’1,7%). Alla diciannovesima posizione, spicca la Russia, Paese dove Netflix non è più operativo dall’inizio della guerra in Ucraina, ma i cui prodotti audiovisivi totalizzano quasi 337 milioni di ore viste, per buona parte attribuibili ai cartoni animati Masha e Orso e Booba e alla serie distopica Better than us. Ciò dimostra quanto, nonostante le sanzioni, questo mercato rimanga rilevante per il servizio di streaming, che in tale Paese perse circa 700mila subscribers nel 2022 (non a caso, lo stesso anno nel quale introdusse l’abbonamento con pubblicità).
E l’Italia?
In leggera crescita rispetto alla precedente rilevazione del primo semestre del 2024, l’Italia supera le 700 milioni di ore (lo 0,8% del totale), collocandosi alla 13esima posizione mondiale. Un risultato più che discreto, se si considera il ridotto mercato linguistico, ma comunque inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei di grandezza comparabile, come la Francia (in decima posizione, con l’1,3%) e la Germania (dodicesima, con lo 0,9%). Al primo posto, tra gli original seriali italiani, il drama passionale Inganno, con 131 milioni di ore e 27,2 milioni di visualizzazioni, battuto, in termini di views (ben 43 milioni) solo da un altro titolo italiano: il film thriller Svaniti nella notte. Forte anche l’animazione, con Mermaid Magic, co-produzione internazionale ideata da Iginio Straffi del gruppo Rainbow, che consolida così il successo ottenuto in precedenza, sempre nella stessa piattaforma, da Fate: The Winx Saga.
(Nicola Crippa – CeRTA)
*La stima delle ore e delle percentuali per Paese di provenienza dei titoli è ancora in fase di elaborazione da parte di FlixPatrol. Man mano che tutti i contenuti nella estremità inferiore del ranking mondiale verranno correttamente attribuiti, i valori potrebbero nei prossimi giorni subire lievi variazioni.