Sempre più limited. La serialità originale italiana disponibile su canali e piattaforme nel corso dell’annualità 2020-21 mette in luce un’inclinazione verso il formato delle limited series (convenzionalmente, serie della durata compresa tra i 6 e gli 8 episodi), lasciando intravedere una trasposizione del modello dello scripted delle piattaforme streaming anche nell’offerta lineare. Il formato delle limited series è dominante con 20 titoli complessivi, pari al 36%, e oltre 130 ore totali, e mostra, inoltre, la capacità di essere trasversale agli editori e ai generi; Rai sfrutta tale formato sul versante di prodotti Crime/poliziesco alla loro prima stagione come Gli orologi del diavolo, Il commissario Ricciardi o La fuggitiva, ma anche per un Teen come Mental, rilasciato sulla piattaforma RaiPlay. Anche i titoli di punta della stagione di Sky rientrano in questo formato, sia sul versante del Drama (We Are Who We Are, Anna) sia su quello della Comedy (Speravo de morì prima) e naturalmente così anche per le produzioni Netflix (Baby, Suburra, Zero). Il formato classico della serie fino a dodici episodi caratterizza il 20% delle produzioni originali per un totale di 85 ore complessive: si va da narrazioni dal taglio Giallo soft come L’allieva a Teen come La compagnia del cigno o Nudes (quest’ultima su RaiPlay) fino al Period Drama di Sky Romulus. A questi titoli, si aggiunge poi una manciata di produzioni di serialità lunga, eccedente cioè i 12 episodi, tra le quali spicca il medical Doc – Nelle tue mani (Rai 1). Un altro formato utilizzato è la miniserie (tra i due e i quattro episodi), presente con 9 titoli complessivi (16%) per un totale di quasi 50 ore: il Crime e il Giallo nelle diverse sfumature s’impongono con questo formato sia nel servizio pubblico (Màkari, Le indagini di Lolita Lobosco, Rai 1), sia nei broadcaster commerciali (Il silenzio dell’acqua, Canale 5), sia infine sulla pay tv (Petra, Cops – Una banda di poliziotti, Sky Cinema). Il formato one-shot del classico tv movie è invece terreno di conquista del Biopic, il racconto biografico della vita di personaggi celebri: ancora una volta, Rai 1 si conferma lo spazio naturale per questo tipo di racconti, sia nella chiave più tradizionale (Rita Levi Montalcini, La bambina che non voleva cantare, Chiara Lubich), sia nella declinazione della Docu-fiction (Io, una giudice popolare), ma la narrazione biografica s’inserisce anche nella produzione delle piattaforme streaming con un titolo come Il Divin Codino (Netflix). Infine, il formato del cosiddetto daily serial è riscontrabile unicamente nelle Soap Un posto al sole (Rai 3) e Il paradiso delle signore (Rai 1).